Il grande libro del rock (e non solo) – 6 aprile
Le storie del rock di oggi raccontate da Massimo Cotto
di Massimo Cotto
Il Libro del Rock esce oggi in libreria, edito da BUR per la collana 24/7. Questa è l’ultima data di storia della musica che pubblichiamo sul Post.
Il nostro disco che suona / vedo gli amici ballare / ma tu non sei qui con me
Una rotonda sul mare, Fred Bongusto
1935 – nasce a Campobasso Fred Bongusto. Nasce fra gente di montagna, anche se, come ben sappiamo, lui preferisce il mare, in particolare le rotonde, evocative della lontananza di un amore. La rotonda in questione, almeno così si crede da sempre, è quella di Senigallia. Fred Bongusto e Franco Migliacci, entrambi innamorati di quel tratto di mare a nord di Ancona, ambientarono lì una delle canzoni destinate a entrare nella storia della nostra musica leggera ma non solo; il titolo è entrato nel nostro immaginario collettivo, per evocare luoghi romantici ma anche amori perduti e adolescenze legate a un granello di sabbia ed evaporate troppo rapidamente. Di recente, l’amministrazione comunale di Senigallia ha stabilito che in quella rotonda sul mare (da quelle parti la chiamano «rotonda a mare») oggi ci si può anche sposare, naturalmente con rito civile. Meta di pellegrinaggi – anche perché è l’unica a essersi conservata perfettamente, in stile Belle Epoque, bianca e ovviamente perfettamente rotonda – quella specie di tempietto è stato celebrato da tutti, almeno fino al 2009, quando Migliacci ha sparigliato le carte e gettato tutti nello sconforto annunciando che la vera rotonda sul mare è, in realtà, una rotonda sul lago. «Io sono di Cortona», ha dichiarato a «La Stampa», «e dal mio paese si vede uno spicchio di Trasimeno. Da ragazzi ci si andava sempre in bicicletta. Poi sono andato via ma mi è rimasto il ricordo. Sì, ho un po’ barato, è vero.»
Già, mai fidarsi di chi scrive canzoni.
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Sono una rarità / in tuttà la città / di mostri come me / cerca in giro ma non ce n’è
Madame, Renato Zero
1935 – nasce a Roma Franca Evangelisti, autrice di successo. Ha scritto per Sylvie Vartan, Domenico Modugno, Patty Pravo (tra le tante anche Pigramente signora), Mia Martini ma soprattutto Renato Zero. Infinita la serie di Zerohit di cui Franca Evangelisti ha scritto i testi. Ne cito alcuni: Madame, Amico, Il carrozzone, La favola mia, Baratto. Canzoni che ben fotografano la dualità di Renato Zero, l’uomo che, parole sue, sarebbe stato un ottimo impiegato della Sip se non fossero stati la sua eccentricità e il suo estro a ricordargli che il suo posto era sul palcoscenico. Franca Evangelisti è stata preziosa compagna di banco e di viaggio, lo ha aiutato a cantare gli umori e i rumori della vita, ha riempito d’inchiostro la sua penna senza mai timbrare il cartellino. Nelle canzoni scritte per lui ci sono i cento Zero che conosciamo. Ci sono l’amicizia e la fedeltà a un ideale, il travestimento, l’ironia, la trasgressione, la voluta ambiguità, il coraggio delle idee e l’idea di un personaggio che a volte si fonde con la persona e altre volte ne prende le distanze, la sincerità e le paure, la forza e le curiosità. Una volta, Renato disse che lui era «uno che annusa. L’artista è un signore che si nasconde dietro i muri ed entra in tutte le stanze rimaste aperte o socchiuse. Entra e annusa le vite degli altri. Io sono un investigatore privato che si mette ogni giorno sulle tracce dei sentimenti». Franca Evangelisti è stata la partner di quell’investigatore privato fino al momento in cui lui è stato capace di aprirsi un’agenzia tutta sua.
Curiosità: Franca Evangelisti ha inciso anche un 45 giri in prima persona, nel lontano 1966. Il titolo era Il nido, la casa discografica le Edizioni Paoline.