Chi ha ragione sulle spiagge?
I gestori degli stabilimenti protestano contro la UE, ma Report mostrò che i loro privilegi sono troppi
Ieri i balneari italiani, quelli che gestiscono gli stabilimenti sulle coste, si sono trovati a Roma per protestare contro la prossima applicazione della direttiva europea Bolkestein, che rimetterà all’asta le concessioni delle attività balneari a partire dal 2015 nel quadro di un progetto più ampio per portare concorrenza in numerosi servizi. Le organizzazioni di categoria, Sib e Fib, «temono che la concorrenza possa travolgere i piccoli gestori e soppiantarli con i colossi dell’economia» come spiega Raffaello Masci sulla Stampa di oggi.
Le norme previste dalla direttiva Bolkestein del 2006 interessano direttamente circa 28mila società balneari, che danno lavoro a quasi 300mila persone. Regioni come Emilia, Lazio, Liguria, Puglia e Toscana ottengono grande beneficio dalla presenza degli stabilimenti sia sul fronte del turismo che dei maggiori introiti derivanti dalle società che gestiscono le spiagge. Da anni, però, le concessioni finiscono sempre alle stesse aziende solitamente gestite da piccoli nuclei familiari, cosa che rende complicata l’entrata di nuovi soggetti – magari più grandi e organizzati – nel campo della balneazione.
Queste piccole società pagano allo Stato canoni decisamente fuori mercato per la gestione delle spiagge. Se decidi di affittare una cabina in Versilia per un’intera stagione arrivi a spendere tra i tremila e i quattromila euro, una cifra simile a quella che l’imprenditore paga annualmente allo Stato come canone per la porzione di spiaggia che gli è stata affidata.
Nel corso degli anni diversi governi hanno cercato di rimediare a questa stortura, rivalutando i canoni fino al 30 per cento. In una decina di anni i gestori degli stabilimenti sono arrivati a pagare il triplo, ma c’è da dire che gli aumenti ci sono stati anche per chi affitta ombrelloni e sdraio in spiaggia. Gli operatori sperano di ottenere una deroga o un rinvio dell’applicazione delle norme della direttiva Bolkestein che li riguardano, come avvenuto per gli allevatori e le quote latte. Negli ultimi giorni i balneari hanno ottenuto la disponibilità a rivedere le regole da parte di Pierferdinando Casini, Francesco Rutelli, Antonio Di Pietro e alcuni esponenti del PdL e del PD.
Un anno fa Report si era occupata della questione nella puntata “Di pubblico demanio” a cura di Emilio Casalini. Il giornalista spiegava efficacemente il rinnovo delle concessioni in assenza delle gare di appalto, la presenza di locali e strutture abusive lungo le coste negli stabilimenti e la procedura di infrazione avviata contro l’Italia dall’Unione Europea. «Un gigantesco affare, che a breve la legge sul federalismo demaniale dovrebbe passare nelle mani di regioni e comuni, trasferendo la proprietà del demanio marittimo alle amministrazioni locali. Con tutti i rischi che ne conseguono».