Come se la passa il Daily
Sapete quante volte sono stati condivisi su Twitter, in due mesi, gli articoli del giornale per iPad di Murdoch?
Lo scorso 2 febbraio, Rupert Murdoch ha presentato la prima edizione del Daily, il primo giornale realizzato unicamente per gli iPad. Annunciato verso la fine del 2010, il quotidiano ha stimolato un ampio dibattito sul destino dell’editoria e sulle nuove opportunità offerte dai tablet come quello prodotto da Apple. Ma spesso si è discusso quasi unicamente dei massimi sistemi, trascurando di analizzare con la dovuta attenzione le sorti del progetto di News Corp. Analisti ed esperti non hanno del resto per le mani dati certi sul successo del Daily, perché comprensibilmente la società di Murdoch preferisce non dare ancora informazioni sulla diffusione del proprio prodotto e perché avere una stima precisa dei lettori effettivi del nuovo giornale non è un’impresa semplice.
News Corp. ha per ora fornito informazioni molto vaghe, parlando di diverse centinaia di migliaia di download della propria applicazione. Un dato poco utile, perché non consente di capire quanti proprietari di iPad abbiano deciso di abbonarsi dopo i giorni di prova gratuita del giornale, che invia una nuova edizione ogni giorno al prezzo di 99 centesimi di dollaro a settimana. A metà marzo erano circolate voci non confermate di un numero estremamente esiguo di abbonamenti: appena cinquemila a fronte del grande sforzo editoriale messo in campo da Murdoch con un investimento stimato intorno ai 30 milioni di dollari.
Per capire come se la sta cavando il Daily, Joshua Benton ha scritto un lungo articolo per il Nieman Journalism Lab della Harvard University analizzando il successo del giornale su Twitter.
Su praticamente ogni pagina dell’applicazione, c’è un tasto per la condivisione in alto a destra che consente al lettore di condividere un link dell’articolo su Twitter e sugli altri social network. Il Daily rende possibile questo pubblicando sul proprio sito web aperto a tutti una immagine di come appaiono i propri articoli all’interno dell’applicazione. Quando pensiamo a un tweet immaginiamo un messaggio di 140 battute, ma ci sono un sacco di meta-dati intorno a quella piccola porzione di testo: quando è stato inviato, chi lo ha inviato, quante persone seguono l’autore del tweet, in che momento si è iscritto a Twitter e molto altro.
Oltre a tutto questo, i messaggi su Twitter ti dicono anche da dove sono stati inviati. Se utilizzi TweetDeck, il tweet contiene l’indicazione del programma da cui hai pubblicato il messaggio, e così anche se condividi un contenuto dall’interno dell’applicazione compare la scritta “The Daily” sul tuo tweet. Partendo da questo presupposto, Benton ha raccolto tutti i tweet generati all’interno del giornale nato solo per gli iPad dal momento del lancio, il 2 febbraio, allo scorso 31 marzo.
A pochi giorni dal lancio, il numero di lettori che ha usato l’opzione per condividere i contenuti su Twitter si è ridotto sensibilmente, possibile indice di una rapida perdita di lettori del nuovo giornale al momento in cui è diventato a pagamento. In due mesi sono stati realizzati appena 6.026 tweet dall’interno dell’applicazione del Daily e ciò che appare poco incoraggiante è l’andamento dei messaggi. Nel primo giorno pieno, il 3 febbraio, si sono registrati 387 tweet, una settimana dopo eravamo già a 209 e in quella dopo ancora a 104. Il trend negativo si è poi stabilizzato su una sessantina di messaggi al giorno verso la fine di marzo.
Dobbiamo ricordare che il lavoro di Benton non misura direttamente il numero di lettori del Daily, operazione che come abbiamo visto è impossibile senza i dati che possiede News Corp., ma semplicemente il numero di tweet originati all’interno dell’applicazione. È assai probabile che il numero di lettori che condivide gli articoli su Twitter sia una percentuale molto bassa, tuttavia «l’idea qui è che il numero di tweet dovrebbe aumentare quando aumenta il numero complessivo di lettori e viceversa quando diminuisce». L’obiettivo di News Corp. è raggiungere il mezzo milione di abbonati entro cinque anni.