Il nuovo carcere di Auckland
In Nuova Zelanda, criteri moderni e polemiche estetiche: le foto
Ad Auckland le autorità neozelandesi hanno inaugurato il nuovo carcere nel quartiere di Monte Eden, che sostituirà l’attuale prigione in funzione dal 1888. Il nuovo edificio ha otto piani e al momento una capienza di 554 posti. Una volta ultimata la costruzione di altri padiglioni potrà ospitare 966 persone detenute, per la maggior parte in custodia cautelare. Durante l’inaugurazione il ministro delle carceri Judith Collins ha detto che “le carceri non devono limitarsi a tenere rinchiusi pericolosi criminali, ma devono anche aiutare i prigionieri a dare una svolta alla propria vita”. Il ministro ha sottolineato che il governo deve assicurarsi che “i detenuti abbiano la possibilità di trovare un lavoro e che possano superare i problemi che potrebbero riportarli a comportamenti illegali”.
Il nuovo carcere è la struttura detentiva più moderna del paese, sia per i criteri architettonici con cui è stata costruita che per il largo impiego di tecnologia. L’obiettivo è duplice: controllare meglio il comportamento dei detenuti, così da garantire maggiore sicurezza nella struttura, e realizzare programmi riabilitativi più efficaci. Le celle non hanno sbarre e l’uso massiccio del vetro consente alle guardie di tenere sotto controllo con più facilità il comportamento dei detenuti. Inoltre, le celle sono schermate in modo tale da impedire il funzionamento dei cellulari (ed eliminare così il problema del loro contrabbando).
La costruzione del carcere, costata 218 milioni di dollari, ha suscitato però molte polemiche per la sua prossimità al centro della città. La maggior parte delle celle si troverà sopra il livello della vicina autostrada, appena oltre la recinzione di una scuola. L’edificio è stato criticato anche per il suo aspetto e l’ex sindaco di Auckland John Banks lo ha definito “una mostruosità architettonica”, aggiungendo però che è praticamente indistinguibile dai palazzi che si trovano nei suoi dintorni.
La prigione sarà gestita da una società privata, la multinazionale britannica Serco, che in altre occasioni è stata accusata di aver trattato bruscamente i detenuti e di aver prestato poca attenzione alla loro salute. I dettagli del contratto di gestione sono stati discussi recentemente in Parlamento: la società sarà multata di 150 mila dollari per ogni detenuto fuggito o morto in carcere, eventuali errori nelle detenzioni o nei rilasci costeranno alla compagnia 25 mila euro ciascuno. La vecchia prigione di Monte Eden verrà chiusa entro quest’anno: non si sa ancora quale sarà la nuova destinazione dell’edificio.