La vita normale di Totò Cascio
Il bambino di Nuovo Cinema Paradiso ha 30 anni e lavora nel supermercato di famiglia in Sicilia
Laura Anello della Stampa è andata a trovare Totò Cascio, che fu il bambino di Nuovo Cinema Paradiso quando aveva otto anni, si godette un successo mondiale impensabile e ora è tornato a una vita normale.
Quando aveva 8 anni, le riprese del film che l’avrebbe portato al successo planetario: il Grand Prix speciale della giuria al Festival di Cannes, poi l’Oscar per il migliore film straniero, la popolarità in Giappone da cui andava e veniva girando spot pubblicitari pagati a peso d’oro. «Mi faceva ridere da morire come parlavano lì a Tokyo racconta divertito – gli facevo dire parole siciliane, come Turiddu, e li registravo…».
Poi il ritorno nella sua terra, «perché quella è stata una favola ed è finita, ma io sono sereno. Ero bambino, per me è stato un gioco. Se fossi stato più grande, magari mi sarei montato la testa, avrei fatto le valigie per andare a Roma. Ma io non ho voluto lasciare la mia famiglia, diventare un emigrante come quelli che vedo partire ogni giorno da qui, tutti insieme, dai nonni ai bambini. Nel film ad andarsene ce n’era uno solo, ed ero io. Qui sono spariti tutti i miei amici, chi a lavorare nell’esercito, chi nella polizia».
Adesso la sua vita è nel supermercato di famiglia e soprattutto nel progetto di apertura di un ristorante-sala da ballo che – strizzando l’occhio al premio hollywoodiano – si chiamerà «L’Oscar dei sapori», un monumento alla sua storia cinematografica, con i fotogrammi giganti sul soffitto, i premi, le locandine. «Morricone mi ha dato l’autorizzazione a utilizzare la sua musica per la pubblicità su una radio privata, il fotografo di scena Luca Biamonte i suoi scatti, sono stati tutti gentilissimi», dice.
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