Cosa era il “piano Marshall”
Ogni volta che qualcosa non va, nel mondo, Berlusconi propone la stessa cosa
In questi giorni di annunci berlusconiani sul fronte dell’emergenza immigrazione, è tornata a circolare la formula del “piano Marshall” come soluzione ai problemi che incombono sull’Italia. Come ricorda oggi Carlo Bonini su Repubblica, Silvio Berlusconi è molto affezionato a questa metafora. L’elenco completo delle sue utilizzazioni da parte del premier è quello che segue, compilato ieri dall’agenzia di stampa TMNews.
– 2002: BOZZA DI ‘PIANO MARSHALL PER LA SOMALIA’ – Nell’ormai lontano 2002 Berlusconi annuncia di aver messo in cantiere uno ‘studio di piano Marshall’ per la Somalia.
– GIUGNO 2003: ‘PIANO MARSHALL PER IL MEDIO ORIENTE’ – Al G8 di Evian, Berlusconi formalizza la proposta di “piano Marshall” a favore dei Paesi del Medio Oriente, assicurando l’accordo di tutti i capi di Stato e di governo dei paesi più industrializzati. L’Italia, assicura il premier, potrà mettere a bilancio cinque miliardi di euro in 5 anni per le imprese italiane che si impegneranno nella ricostruzione.
– DICEMBRE 2008: ‘UN PIANO MARSHALL PER L’ABRUZZO” – Il premier, a ridosso delle elezioni regionali abruzzesi che trasferiranno la guida della regione dal centrosinistra al centrodestra, assicura da Chieti che la vittoria del candidato governatore Chiodi consentirà una collaborazione con il suo governo destinata a sfociare in un “piano Marshall” di rilancio economico e morale della regione, scossa dalle elezioni anticipate dettate dall’arresto e conseguenti dimissioni del Governatore Pd Ottaviano Del Turco.
– GENNAIO 2009: ‘UN PIANO MARSHALL PER LA SARDEGNA’ – La promessa elettorale agli abruzzesi viene ripetuta dal Premier agli elettori sardi, per ottenere (con successo) la bocciatura del governatore uscente Renato Soru. Un “Piano Marshall per la vostra e mia isola”, è destinato ad accompagnare la vittoria di Cappellacci.
– AGOSTO 2009: ‘PIANO MARSHALL PER IL SUD DAL GOVERNO’ – In una intervista a tutta pagina al il Mattino pubblicata il 9 agosto a ridosso di una delle frequenti visite al capoluogo partenopeo, Berlusconi annuncia e dettaglia un imminente “Piano Marshall” per il Sud da parte del suo Governo.
– FEBBRAIO 2010: ‘PIANO MARSHALL PER LA PALESTINA’ – Da Betlemme, reduce da un incontro con Abu Mazen un po’ teso per il discorso della mattina alla Knesset israeliana in cui ha definito “giustificabili” gli attacchi israeliani a Gaza, Berlusconi assicura la concreta possibilità di attuazione di un “Piano Marshall per la Palestina” (anticipo e/o stralcio di quello proposto per il Medio Oriente). Piano rilanciato dal premier con forza ancora l’anno prima, nel suo intervento il 20 luglio 2009 al Forum economico-finanziario per il Mediterraneo.
– LUGLIO 2010: ‘PIANO MARSHALL PER IL SUD DEL GOVERNO/2’ – A circa un anno dal primo annuncio, Berlusconi a Montecitorio per il dl anticrisi e con una chiamata alla “responsabilità” dei parlamentari soprattutto meridionali e soprattutto eletti nell’Udc, assicura che “il piano Marshall per il Mezzogiorno diventa ora priorità del suo governo”. E come tale sarà previsto nel programma su cui ottiene la fiducia in settembre, risultando poi a dicembre – dopo l’uscita di Fli dalla maggioranza – determinante per la bocciatura alla Camera per pochi voti della mozione di sfiducia al Governo.
– MARZO 2011: ‘PIANO MARSHALL PER I GIOVANI’ – In un messaggio ai promotori delle libertà preannuncia l’intenzione di mettere al più presto mani a un “Piano Marshall per i Giovani” come da auspicio della ministro Meloni
– MARZO 2011: ‘PIANO MARSHALL PER IL MAGHREB’ – Al termine del vertice di Helsinki dei Capi di Stato e di Governo del Ppe, Berlusconi sottolinea di essersi fatto promotore di “un piano Marshall di aiuti a tutte quelle popolazioni del Nord Africa, a a partire da Egitto, Tunisia e Libia, di cui dobbiamo aiutare il cambiamento irreversibile verso la democrazie”
Alla luce di questa prolificità, diventa interessante ricordare cos’era il piano Marshall. Il piano Marshall, innanzitutto, si chiama così perché la persona che lo progettò era l’ex generale George Marshall, segretario di Stato statunitense durante la prima amministrazione Truman. In sostanza, il piano Marshall era un piano di aiuti economici a fondo perduto per l’Europa, allo scopo di sostenere la sua ripresa dalle devastazioni della Seconda guerra mondiale. Naturalmente il piano ebbe anche il risultato di avvicinare questi paesi agli Stati Uniti, in un momento in cui il mondo si stava dividendo in due.
Dopo mesi di discussioni, il piano Marshall fu definitivamente approvato il 3 aprile del 1948. I paesi destinatari dei fondi furono Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania Ovest, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia, Svizzera e Turchia. Il programma di aiuti cessò nel 1951, dopo aver contribuito in modo decisivo alla ricostruzione dell’Europa. In tre anni l’Italia ottenne oltre 1,2 miliardi di dollari: soltanto Gran Bretagna, Francia e Germania Ovest ricevettero più fondi. In tutto, gli Stati Uniti investirono nel piano Marshall 17 miliardi di dollari. Nel 1953 George Marshall vinse il premio Nobel per la Pace.
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