Ottocento morti in un giorno, in Costa d’Avorio
La Croce Rossa Internazionale ha denunciato la strage di martedì scorso nella città di Duekoue
Secondo la Croce Rossa Internazionale giovedì scorso a Duekoue, città occidentale della Costa d’Avorio, sono state uccise almeno 800 persone. Dorothea Krimitas, portavoce della Croce Rossa, ha detto ieri che le violenze sono scoppiate quando i guerriglieri fedeli ad Alassane Ouattara, il presidente regolarmente eletto, hanno preso il controllo della città. Krimitas ha detto che la stima delle vittime potrebbe ancora salire. «I nostri colleghi sul campo stanno raccogliendo altre informazioni e speriamo di avere presto un quadro chiaro della situazione. Non ci sono dubbi: qui è successo qualcosa di grosso, probabilmente violenza tra diversi gruppi etnici».
La dichiarazione della Croce Rossa è arrivata mentre continua l’assedio delle forze di Ouattara attorno alla residenza di Laurent Gbagbo, il presidente uscente che non vuole lasciare il potere nonostante la sconfitta elettorale dello scorso ottobre. Nonostante tutto sembri indicare una sua inevitabile e imminente sconfitta, Gbagbo non vuole arrendersi. In questo momento l’ottanta per cento del Paese sarebbe sotto il controllo di Ouattara, dice la BBC.
Durante questi mesi sono stati registrati molti episodi di violenza in Costa d’Avorio. Uno dei più noti e terribili è il cosiddetto massacro delle donne dell’inizio di marzo, quando una manifestazione contro Gbagbo si era trasformata in una strage ordita dalle forze di polizia, che avevano sparato sulla folla.
foto: ZOOM DOSSO/AFP/Getty Images