Dieci morti a Kandahar
Un'altra manifestazione contro il rogo del Corano è finita nel sangue
Dieci persone sono state uccise oggi a Kandahar, in Afghanistan, durante una manifestazione indetta per protestare contro il rogo del Corano effettuato il 20 marzo dal pastore statunitense Wayne Sapp sotto la “supervisione” del più noto reverendo Terry Jones, dopo aver tenuto al libro sacro dell’Islam un processo fittizio. Ieri venti persone, tra cui sette impiegati delle Nazioni Unite, erano state uccise nella città settentrionale di Mazar-e-Sharif, città settentrionale dell’Afghanistan.
Paul Wood, giornalista della BBC inviato a Kabul, ha riportato che la folla a Kandahar urlava “Hanno offeso il nostro Corano” e “Morte all’America”. Le amministrazioni locali di Kandahar e Mazar-e Sharif hanno dato la colpa delle violenze ai talebani, che però hanno respinto le accuse: e d’altra parte le testimonianze riguardo le violenze di ieri parlano di normali cittadini disarmati che hanno assaltato in massa gli uffici dell’ONU, dove poi hanno trovato le armi. La città di Mazar-e Sharif è considerata una delle più sicure dell’Afghanistan ed è stata una delle prime in cui la NATO ha trasferito il potere alle autorità locali, l’estate scorsa. «I talebani non hanno niente a che fare con questo, sono stati dei semplici musulmani» ha detto un uomo del posto alla Reuters.
Intanto sempre oggi a Kabul tre attentatori suicidi hanno assaltato una base della NATO, ha reso noto il ministero degli Interni afghano. Due di loro si sono fatti esplodere nelle vicinanze della base e un altro è stato ucciso dalla polizia prima che potesse innescare l’esplosivo. Non si sono registrate altre vittime, a parte i tre kamikaze.
foto: AP Photo/Allauddin Khan