Il grande libro del rock (e non solo) – 31 marzo
Le storie del rock di oggi raccontate da Massimo Cotto
di Massimo Cotto
Sia la chitarra, e la chitarra fu / ah, e sia il rock!
Let There Be Rock, AC/DC
1955 – nasce a Glasgow quell’Angus Young che fin da piccolo, quindi da molto tempo prima di entrare a far parte degli AC/DC, aveva capito che nella vita bisogna innanzitutto divertirsi. Odiava la scuola, che abbandonò per lavorare in una rivista porno e in una macelleria – in fondo, sempre di carne si tratta. Con i soldi guadagnati comprò una Gibson Devil e provò, riuscendoci, a dimostrare che quella stupida della sua professoressa di musica non capiva proprio niente quando diceva che lui non aveva il minimo senso del ritmo. Ce l’aveva, eccome, solo che il ritmo che aveva in testa non era quello dei comuni mortali. Era qualcosa di più e di diverso. A diciotto anni, cambia tutto. Nascono gli AC/DC – il nome deriva da una scritta sulla macchina da cucire della sorella Margaret – dove pensa a suonare ma anche a divertirsi. Introduce nell’ambiente heavy metal la famosa camminata di Chuck Berry, la duck walk e si traveste in mille modi: Zorro, Uomo Ragno, Superman, gorilla, prima di adottare come simbolo la divisa scolastica. Non una qualunque, proprio quella che indossava da ragazzo, al liceo Ashfield Boys. D’altronde, non è che fosse cresciuto molto in altezza, essendo un metro e cinquantasette. Come a dire – a scuola sì, ma con regole mie.
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Alla fine tutti i pupazzi a molla sono nelle loro scatole / e i clown se ne sono andati
The Wind Cries Mary, Jimi Hendrix
1967 – Jimi Hendrix brucia la sua chitarra durante un concerto al Finsbury Park Astoria di Londra. Jimi suonava come supporto ai Walker Brothers e aveva un visto temporaneo. Tony Garland, il suo ufficio stampa, gli consigliò di fare qualcosa che avrebbe fatto scalpore, per lasciare un segno indelebile del suo passaggio. Così Hendrix diede fuoco al suo strumento, scrivendo la storia. Fu lo stesso Garland a comprare il liquido infiammabile che Hendrix sparse sulla chitarra alla fine del concerto, prima di darle fuoco. L’avrebbe rifatto più volte, anche al festival di Monterey. La gente se lo aspettava, in qualche modo lo chiedeva, lo sperava. La Fender Stratocaster dell’Astoria non andò completamente distrutta e fu battuta all’asta nel settembre del 2008. Se l’aggiudicò un fan del Massachusetts in cambio di quattrocentonovantasettemila e cinquecento dollari. In quella stessa asta, fu battuto il primo contratto dei Beatles, venduto per la cifra di quattrocentoventiseimila dollari.
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