La strage a Tikrit
Cinquantatré persone sono morte in un attentato contro la sede provinciale del governo iracheno
Cinquantatré persone sono morte a Tikrit, in Iraq, in seguito a un attentato suicida condotto da un gruppo di terroristi non ancora identificati. Ieri pomeriggio una decina di uomini armati di bombe, pistole e cinture esplosive ha fatto irruzione in una delle sedi provinciali del governo iracheno e ucciso i dipendenti degli uffici stanza per stanza.
Alcuni testimoni che sono riusciti a scappare lanciandosi dalle finestre del secondo piano dell’edificio hanno raccontato che gli attentatori entravano negli uffici e uccidevano sparando alla testa. Oltre novanta persone sono rimaste ferite, alcune gravemente. Le forze di sicurezza irachene sono riuscite a entrare nell’edificio soltanto dopo un’ora di combattimenti all’esterno, ma non hanno trovato nessuno ancora vivo. Gli stessi terroristi erano morti negli scontri oppure si erano fatti saltare in aria.
Le autorità irachene hanno immediatamente indicato al Qaida come responsabile dell’attentato. Tikrit è la città nel nord dell’Iraq in cui era nato Saddam Hussein ed è stata a lungo una roccaforte di gruppi estremisti collegati ad al Qaida. Gli attentati sono ancora all’ordine del giorno in gran parte dell’Iraq e capita con frequenza che si verifichino su grossa scala come nel caso di ieri. Lo scorso autunno un attentato simile contro una chiesa cattolica a Baghdad uccise 68 persone. Ieri sempre a Baghdad è esplosa una bomba vicino all’albergo che ospita la delegazione del governo turco in visita in questi giorni. Non c’è stata nessuna vittima, solo due persone ferite. Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan resterà in Iraq per due giorni.