Il protezionismo non è una buona idea
Francesco Giavazzi spiega perché le nuove norme per mantenere Parmalat in Italia danneggeranno le nostre aziende
Il governo è al lavoro per preparare una nuova serie di norme con l’intento di proteggere le aziende italiane da possibili scalate da parte di società estere. I nuovi provvedimenti dovrebbero rendere più complicato l’eventuale passaggio di Parmalat in mano francese, ma l’idea di varare nuove leggi protezionistiche fa discutere e trova numerosi oppositori. Sul Corriere della Sera di oggi, Francesco Giavazzi spiega perché è contrario ai nuovi provvedimenti, ritenuti pericolosi per lo sviluppo e la crescita delle aziende italiane.
Le aziende italiane di maggior successo – quelle che hanno aumentato la quota di mercato creando valore per i propri azionisti e posti di lavoro per i propri dipendenti – hanno una caratteristica comune: sono cresciute all’estero. Hanno percorso questa via perché si sono rese conto che puntare sul mercato italiano, più piccolo oggi di quanto non fosse dieci anni fa, è una scelta perdente.
Ansaldo Sts ha acquisito l’americana Union Switch creando la prima azienda al mondo negli impianti di segnalamento per reti ferroviarie e metropolitane. Luxottica è cresciuta attraverso una catena di acquisizioni americane: Ray-Ban, Oakley, Sunglass Hut. Autogrill ha comprato Host dal gruppo Marriott, e attraverso questa acquisizione è entrata nei maggiori aeroporti degli Stati Uniti. Unicredit, comprando Pioneer, è entrata nel risparmio gestito Usa.
Il caso più emblematico è Prysmian, l’ex divisione cavi della Pirelli. Nel 2005 la società milanese fu costretta a cedere il suo settore cavi per rimborsare alle banche i denari che aveva preso a prestito per acquisire il controllo di Telecom Italia. Evidentemente in quel momento il monopolio dei telefoni, ben protetto dallo Stato, appariva più interessante dei cavi. (D’altronde la politica faceva il tifo per Pirelli e i suoi alleati che evitavano il rischio che uno straniero si comprasse i nostri telefoni). Da questa avventura Pirelli è uscita impoverita: quell’operazione si è mangiata il valore di Prysmian. E che ha fatto nel frattempo l’ex divisione dei cavi, acquistata dai suoi dirigenti con l’aiuto finanziario di Goldman Sachs e di alcuni fondi? Ha comprato l’olandese Draka e ha creato la prima azienda al mondo nel settore dei cavi (la seconda, la francese Nexans, ha un fatturato del 30% inferiore).