Che fine ha fatto il capo della TEPCO?
Il capo dell'azienda giapponese responsabile della centrale di Fukushima non si vede in giro dal 13 marzo
La TEPCO, la società elettrica giapponese che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, ha smentito le voci che stanno circolando, sia in Italia che all’estero, sul possibile suicidio di Masataka Shimizu, il suo amministratore delegato. Da giorni non si hanno sue notizie, e vari media in giro per il mondo si sono interrogati sulle ragioni e la natura della sua scomparsa: da tempo si rincorrono indiscrezioni su una sua fuga dal paese o su un suo ricovero in ospedale a causa delle pressioni psicologiche o dell’esposizione alla radioattività.
Il presidente della Camera alta giapponese, Takeo Nishioka, ha definito la scomparsa di Shimuzu “non molto strana ma imperdonabile”. Shimuzu nei giorni scorsi aveva rifiutato di riferire al Parlamento sulla sicurezza delle centrali nucleari. La sua ultima apparizione in pubblico risale al 13 marzo, due giorni dopo il devastante terremoto e il conseguente tsunami che ha compromesso la sicurezza dei reattori di Fukushima. Nient’altro, da allora.
Secondo altre testate – la CNN, oggi – Shimizu si sarebbe volontariamente isolato nel suo ufficio, senza partecipare ad alcuna riunione sulla crisi a Fukushima e di fatto cedendo poteri e autorità ai suoi vice, Sakae Muto e Takashi Fujimoto, che si sono occupati della risoluzione della crisi. La TEPCO ha smentito le voci sul suicidio di Shimuzu, ha detto che era molto stanco e stressato e non ha fornito altri particolari sulle sue condizioni. Altri hanno ipotizzato un suo trasferimento o ricovero all’estero.
Ieri il Washington Post raccontava che la scomparsa dalla circolazione di amministratori delegati e dirigenti in tempi di crisi non è sorprendente, in Giappone. “Darsela a gambe è un po’ una tradizione nell’elite politica e industriale giapponese. Anche durante il richiamo di auto promosso dalla Toyota l’anno scorso, il CEO sparì dalla circolazione”, dice il quotidiano statunitense. “È molto, molto triste, ma è la norma in Giappone”, dice Yasushi Hirai, direttore del settimanale giapponese Shyukan Kinyobi. Interpellati direttamente, nemmeno i portavoce dell’azienda hanno saputo fornire informazioni sul loro amministratore delegato.
foto: AP Photo/Eugene Hoshiko