“Quando si parla di Berlusconi, non esiste più un giudizio di valore”
Secondo Francesco Piccolo, le reazioni a Silvio Forever sono "un buon segnale di cosa sia diventata la sinistra"
Oggi sull’Unità Francesco Piccolo scrive di Silvio Forever, il film su Berlusconi di Roberto Faenza scritto da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. O meglio, non scrive del film bensì di quelli che sono andati a vederlo e lo hanno giudicato non per quello che è – un film – ma quello che sarebbe dovuto essere, nei loro desideri: un corpo contundente da usare contro il premier.
Un buon segnale di cosa sia diventata la sinistra è dato dalla reazione al documentario Silvio forever. Non darò un giudizio sul film, perché è proprio questo il problema: quando si parla di Berlusconi, non esiste più un giudizio di valore. Per un film, per un programma di informazione, e anche per un monologo comico, dovrebbe essere il giudizio più importante; ma ormai si pratica soltanto una forma di giudizio che valuta il grado di violenza verso Berlusconi. Esiste una larghissima maggioranza di gente di sinistra che sa apprezzare soltanto la forza di contrapposizione e di critica violenta e netta, visibile, frontale. La militanza antiberlusconiana vale di più della qualità di un’opera di qualsiasi genere. La valutazione ideologica e di parte ha sostituito la valutazione critica. E di conseguenza, quando si parla di Berlusconi o dell’Italia di questi anni, il gradimento è valutato sulla base della nettezza, della contrapposizione, del sarcasmo, del disprezzo. Più l’opera è violenta, più è valida.