Il grande libro del rock (e non solo) – 26 marzo
Le storie del rock di oggi raccontate da Massimo Cotto: Steven Tyler, Diana Ross
di Massimo Cotto
Potrei stare sveglio solo per sentire il tuo respiro / guardati sorridere mentre dormi
I Don’t Wanna Miss A Thing, Aerosmith
1948 – nasce a Yonkers, nello stato di New York, Steven Tyler, a lungo frontman degli Aerosmith e padre di Liv Tyler, attrice brava ma soprattutto bella. Infanzia turbolenta a dir poco: a nove mesi ingoia una moneta, rischia la vita ma se la cava – oggi quel penny è nell’album di famiglia; pochi anni dopo, evidentemente ancora affamato, mangia una tazzina di formica e viene nuovamente ricoverato in ospedale. Al quarto anno di scuola elementare litiga con un compagno di scuola e lo insegue con un vetro rotto; prima che lo raggiunga, viene catturato dal preside che lo sospende. I genitori lo mandano in una scuola per bambini con problemi comportamentali. Al liceo è emarginato dai compagni che lo chiamano «labbra da negro» e si fa espellere per possesso di marijuana. Per fortuna, come nelle favole, arriva il rock. Duro e forte, oltraggioso ma anche romantico quando serve. Bianco come l’heavy metal e nero come il blues che fa da sponda. In una parola sola, Aerosmith.
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Devo trovare, trovare qualcuno da chiamare mio / ma mia madre disse: / “Non puoi affrettare l’amore”
You Can’t Hurry Love, Supremes
1944 – nasce a Detroit Diana Ross, Lady Motown, nel senso che è stata la più luminosa delle stelle dell’etichetta della sua città natale. Aveva tutto: era bellissima, aveva una voce splendida, si muoveva con una grazia e una naturalezza che erano spesso assenti nelle talentuose ma un po’ grezze star femminili della casa discografica di Berry Gordy. Uso il passato perché, com’è nella logica delle cose, il suo tempo è passato. Alle spalle ha sessantasette album, due stelle sulla hollywoodiana Walk of Fame (una come solista e una con le Supremes), il titolo di intrattenitrice del secolo scorso assegnatole da «Billboard» nel 1976 e il record che le ha consentito di entrare nel Guinness dei Primati: è stata per diciotto volte al primo posto delle classifiche dei singoli più venduti, primato assoluto per una donna. Oggi vive di riconoscimenti e di meritata gloria. È tornata agli onori delle cronache per la morte di Michael Jackson – nel suo testamento lui chiedeva fossero affidati a lei i suoi figli, nel caso di morte della madre Katherine Jackson. Le è anche stato chiesto di intervenire al memorial per Michael del 25 giugno. Diana Ross ha però rifiutato, preferendo vivere il suo dolore in forma privata, proprio come Quincy Jones ed Elizabeth Taylor.
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