Gli sviluppi di oggi in Medio Oriente
Nuove manifestazioni e scontri in Siria, Yemen e Giordania
Anche oggi ci sono state manifestazioni e scontri in tutto il Medio Oriente. La repressione più violenta è stata di nuovo in Siria, dove oggi le proteste si sono estese anche alla capitale Damasco. La rivolta della popolazione contro la monarchia degli Assad si è intensificata negli ultimi giorni in seguito alla durissima risposta delle forze armate, che nell’ultima settimana hanno ucciso almeno quaranta persone. Alcuni testimoni hanno raccontato ad Al Jazeera che altre venti persone sarebbero morte negli scontri di oggi vicino a Deraa, ma la notizia non è ancora stata confermata.
In Yemen è stato il giorno della più grossa manifestazione dall’inizio delle proteste. Migliaia di persone sono scese per le strade della capitale Sana’a chiedendo le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh, al potere ininterrottamente dal 1978. Il presidente ha ribadito in un discorso trasmesso dalla televisione di stato che è disposto a passare il potere solo dopo che ci saranno state nuove elezioni. Quindi ha ricordato il rischio che la rivolta possa favorire gruppi estremisti: «Miei cari cittadini, sono pronto a sedermi con voi e rispondere a ognuna delle vostre richieste. Siamo pronti a passare il potere, ma solo a persone perbene. I manifestanti di piazza Taghyir sono pilotati da Shia Zadi (un gruppo armato che da anni lotta per l’autonomia di alcune regioni del nord del paese, ndr)».
Anche in Giordania sono continuati gli scontri tra manifestanti e esercito. Nella capitale Amman le forze armate hanno attaccato la folla con gli idranti uccidendo una persona e ferendone almeno cento.