La situazione a Lampedusa
Cosa sta succedendo con gli immigrati e i profughi, dati e informazioni
Da quando sono cominciate le proteste in Medio Oriente e in Nordafrica, in Italia il dibattito politico è occupato dalle ripercussioni che questi eventi avranno sull’immigrazione clandestina. Negli anni i governi italiani hanno negoziato molti accordi con questi governi per contenere gli sbarchi, ma le condizioni di caos e il rovesciamento di alcuni regimi hanno messo in discussione il precario equilibrio che era stato raggiunto. Il ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha detto più volte che l’Italia rischia di essere il principale approdo di centomila persone in fuga dal Nordafrica. Nelle ultime settimane gli sbarchi a Lampedusa si sono decisamente intensificati: il numero delle persone arrivate è molto inferiore alla cifra ipotizzata da Maroni, ma le strutture sono comunque in grave difficoltà. Questo è il punto della situazione.
Quanti sono
Stando a quanto riportavano i giornali e le agenzie di stampa, a Lampedusa ieri c’erano circa 5.500 persone, più degli abitanti dell’isola. Considerato che questa notte non sono avvenuti altri sbarchi, la cifra dovrebbe essere rimasta la stessa anche oggi. Da quando gli sbarchi si sono intensificati, cioè dall’inizio di febbraio, sarebbero arrivate in Italia 15.000 persone, soprattutto dalla Tunisia.
Dove sono
L’isola di Lampedusa ha un centro di accoglienza che in questo momento ospita circa 2.500 persone ma potrebbe contenerne al massimo 800. Giusi Nicolini, responsabile di Legambiente Lampedusa, ha detto che i bambini e le donne sono stati accolti nei locali dell’Area marina protetta gestita da Legambiente. Gli altri, circa tremila persone, sarebbero «abbandonati a loro stessi nella banchina di Cavallo Bianco». Nicolini ha detto che «dormono a terra, coperti con quello che trovano, e hanno bisogno di tutto: ricovero, assistenza, cibo, vestiti, servizi igienici, coperte, medicine, denaro, schede telefoniche per comunicare con le loro famiglie». La situazione presenta molti rischi sanitari, visto che i migranti dormono all’aperto in mezzo ai rifiuti, senza acqua per lavarsi né vestiti puliti con cui cambiarsi. Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha detto che la situazione è sotto controllo.
La tendopoli e le proteste
La settimana scorsa il governo aveva preso in considerazione l’idea di costruire una tendopoli, per dare soccorso e un riparo agli immigrati che stazionano sulla spiaggia. Sia i cittadini che il sindaco di Lampedusa si sono opposti, dicendo che l’isola non può far fronte alle necessità alimentari di così tante persone, e la proposta è stata abbandonata. Le proteste dei cittadini sono state un fattore importante in questi ultimi giorni: più volte gruppi di cittadini hanno stazionato sul molo per evitare che le motovedette della Guardia costiera potessero attraccare dopo aver soccorso centinaia di migranti in mare. Negli ultimi giorni, alcune centinaia di immigrati sono stati trasportati per via aerea in Sicilia e in Calabria.
San Marco
Oggi è arrivata a Lampedusa la nave della marina militare San Marco. La nave dovrebbe trasportare circa 700 persone verso una destinazione che non è ancora chiara: forse i centri di identificazione ed espulsione situati in Sicilia o in Calabria. Una volta a bordo, e prima che la nave lasci Lampedusa, i migranti verranno perquisiti. Il sindaco De Rubeis ha spiegato che «la San Marco farà la spola con la terraferma per trasferire ogni volta circa mille profughi: insieme ai 500 che partono con il ponte aereo ogni giorno, l’isola dovrebbe essere evacuata nel giro di qualche giorno». Il ministro La Russa ha detto invece che la San Marco potrà trasportare solo 600 immigrati alla volta. Nel frattempo alcune tendopoli dovrebbero essere allestite in Sicilia ed in Puglia.
Il piano di Maroni
Oggi il ministro Maroni si è incontrato con i presidenti di Regioni, Province e Comuni. Maroni ha proposto un piano che prevede la distribuzione di profughi in tutte le regioni d’Italia, fino a 50.000. Le regioni dovranno accogliere mille profughi per ogni milione di abitanti. Le condizioni saranno alleggerite per le regioni che hanno già forte immigrazione (Sicilia, Calabria e Puglia) e per l’Abruzzo, in ragione del terremoto. Le risorse finanziarie arriveranno dal fondo della Protezione civile, rifinanziato ieri dal Consiglio dei ministri. Il piano riguarda soltanto eventuali profughi di guerra, a cui è obbligatorio dare asilo: gli immigrati clandestini, invece, verranno rimpatriati. Le regioni hanno dato l’ok al piano con alcune riserve da parte dei presidenti leghisti Luca Zaia (Veneto) e Roberto Cota (Piemonte). Si parla, ha ricordato Cota, «soltanto di profughi libici, che al momento sono zero», mentre per l’accoglienza dei tunisini «sono già in funzione i Cie che hanno una loro capacità ricettiva». Sulla stessa linea Zaia, che ha sostenuto la «assoluta indisponibilità del Veneto ad accogliere i clandestini che stiamo vedendo in queste ore a Lampedusa». Maroni questa mattina sarebbe dovuto essere in visita a Tunisi, per cercare un’intesa con le autorità del Paese nordafricano allo scopo di rafforzare i controlli ed evitare le continue partenze di questi giorni. Il viaggio è stato rimandato alla fine della settimana.
Foto di AP Photo/Giuseppe Giglia