Chi è Francesco Dini?
Il giornale racconta la storia del principale collaboratore di Carlo De Benedetti, anzi, "della sua ombra"
Stefano Zurlo sul Giornale di oggi firma un ritratto di Francesco Dini, influente collaboratore di Carlo De Benedetti, descrivendo la sua folta ed estesa rete di amicizie e rapporti. L’abuso di formule da retroscena rappresenta un invito a prendere tutto con le molle, però è una storia.
«Francescooo, Francescooo». Nicola Latorre, senatore del Pd e parlamentare autorevole e potente, si sgola ma Francesco non sente. Sarà per il traffico, che dalle parti di via del Tritone nel cuore di Roma, ha sempre un volume moto alto. Ma Francesco Dini non è un personaggio abituato a voltarsi. Se qualcuno vuole parlargli, non gli resta che inseguirlo. E infatti l’autorevole Latorre si mette a rincorrerlo in mezzo alla strada. È il febbraio 2010 e questa istantanea romana ci racconta molto bene lo spessore e la forza di un manager perfettamente inserito nella stanza dei bottoni. Per qualcuno, per chi lo ha incrociato solo di sfuggita, il quarantasettenne Francesco Dini è un lobbista, insomma un testa d’ariete del gruppo De Benedetti nella stanze della politica.
Ma in realtà l’uomo è molto, molto di più. Una specie di braccio destro dell’Ingegnere: «La sua ombra», lo definisce un colletto bianco che lo conosce molto bene e che non vuole essere citato in prima persona. «Consideri – spiega al Giornale -che quando gli amministratori delegati del gruppo Cir scrivono comunicazioni importanti le mandano per conoscenza anche a lui».
Così, seguire le sue mosse, le sue frequentazioni, la mappa delle sue relazioni, aiuta a capire un pezzo dell’Italia che si muove dietro le quinte. Sì, perché Dini ha una biografia apparentemente piatta come un’ostia, va molto di rado sui giornali, anche quelli di famiglia, insomma è un perfetto sconosciuto per l’opinione pubblica. E questo dato, naturalmente, aumenta il suo potere. Silenzio e discrezione gli sono compagni e favoriscono la tessitura della sua complessa tela.