Continuano le proteste in Siria
Migliaia di persone sono scese in strada a Deraa per manifestare di nuovo contro il governo
Oggi in Siria migliaia di persone sono scese in strada a Deraa per manifestare di nuovo contro il governo. I manifestanti chiedono la fine dello stato di emergenza in vigore da 48 anni e maggiori riforme democratiche. Le prime proteste erano iniziate alla fine di febbraio ma si sono intensificate a partire dalla settimana scorsa, sopratutto in seguito a una serie di interventi particolarmente repressivi del governo.
Pochi giorni fa a Deraa quindici ragazzini erano stati arrestati per aver scritto sui muri della città alcuni slogan in favore delle proteste. Venerdì centinaia di persone erano scese in strada per chiedere la liberazione dei bambini, il licenziamento dei poliziotti che li avevano arrestati, riforme politiche e la fine della corruzione diffusa nel paese. La polizia aveva risposto sparando contro la folla e uccidendo quattro persone. Un altro ragazzo di 23 anni era stato ucciso durante gli scontri di domenica.
La Siria è una repubblica presidenziale che negli ultimi trent’anni è stata sempre governata da un membro della famiglia Assad. Dopo le prime proteste in Tunisia ed Egitto, l’attuale presidente Bashar al-Assad aveva aumentato i salari e ridotto i prezzi dei beni di prima necessità sperando di disinnescare un possibile contagio. Si era anche sorprendentemente espresso a favore di una maggiore apertura nei confronti delle esigenze dei cittadini, dicendo che lo proteste in corso nei paesi arabi stavano accompagnando il Medio Oriente in una «nuova epoca» e che i vari leader dovevano tenerne conto.