A quante radiazioni siamo esposti?
Lo schema di xkcd per farsi un'idea della quantità di radiazioni che riceviamo, Fukushima a parte
Randall Munroe ha lavorato come consulente per la NASA e nel settembre del 2005 ha creato xkcd, un fumetto «sul romanticismo, il sarcasmo, la matematica e il linguaggio» disponibile online. Oltre a pubblicare strisce molto divertenti, xkcd raccoglie all’occorrenza schemi e infografiche solitamente legati alla scienza e all’informatica. In seguito all’incidente della centrale nucleare giapponese Fukushima I e alle preoccupazioni per una possibile contaminazione, il sito web del fumetto ha diffuso questo schema per dare un’idea sulla quantità di radiazioni cui siamo esposti nelle vita quotidiana, anche se non viviamo vicino a una centrale atomica in avaria.
L’unità di misura per quantità di radiazioni assorbita in un certo periodo di tempo è il “sievert“, abbreviato con il simbolo Sv.
Il sievert misura l’effetto che una dose di radiazioni avrà sulle cellule del corpo umano. Un sievert (tutto in una volta) ti fa star male, dosi più alte ti possono uccidere, ma ogni giorno assorbiamo piccole quantità di radiazioni naturali.
Dormire accanto a qualcuno porta a 0,05 microsievert, mentre se vivi entro 75 chilometri da una centrale nucleare di microsievert all’anno ne ricevi 0,09. Mangiare una banana equivale a 0,1 microsievert, volare da New York a Los Angeles comporta l’assorbimento di circa 40 microsievert che si accumulano nel corso del volo, che ha mediamente una durata di 5 ore.
A 50 chilometri da Fukushima I la dose giornaliera era pari a 3,6 millisievert nei giorni del 16 e del 17 marzo. Il numero è relativamente alto, ma è ben poca cosa rispetto alla dose di radiazioni che si ottengono stando un’ora nei pressi della centrale di Chernobyl: 6 millisievert. Un millisievert equivale a 1000 microsievert.
Una dose pari a 8 sievert si rivela fatale, mentre con 4 sievert le possibilità di sopravvivere ci sono, ma solo se si viene decontaminati in brevissimo tempo. Il periodo di esposizione è comunque determinante: più radiazioni si ricevono in poco tempo, più aumentano le probabilità di subire danni gravi per la salute.