Nove giorni dopo in Giappone
Una piccola buona notizia da Fukushima e una cattiva dal resto del paese: sale la stima delle vittime
La polizia giapponese ha annunciato che i morti accertati causati dal terremoto e dallo tsunami sono 8,133, mentre le persone disperse sono ancora 12,272. Dato che sono passati nove giorni dal terremoto, il numero delle vittime potrebbe quindi salire a 20 mila, di cui 15 mila solo nella prefettura di Miyagi, una delle più colpite. Circa 400 mila persone – di cui 100 mila bambini – sono rifugiate nei centri di accoglienza allestiti dal governo per chi è rimasto senza casa. I sopravvissuti devono fare i conti con le temperature sempre più basse e la neve che ha colpito alcune zone, con la mancanza d’acqua, elettricità, benzina e con la scarsità di cibo. Il sistema telefonico è crollato e in molte zone del Paese le persone sono costrette a stare in fila per ore per poter fare una telefonata. Lo stesso per ottenere una tanica di benzina.
Nel frattempo continuano i tentativi di raffreddare i reattori della centrale nucleare di Fukushima I. I tecnici sono riusciti a collegare delle linee di alimentazione ai reattori 1 e 2 ma non è chiaro se riusciranno a far riavviare le pompe, ferme da più di una settimana. L’agenzia di stampa Kyodo riporta che oggi le vasche del materiale nucleare dei reattori 5 e 6 sono state raffreddate. Nel frattempo, alcuni mezzi anti-incendio stanno ancora irrorando i reattori con tonnellate di acqua di mare per cercare di raffreddarli, un’operazione che potrebbe continuare per i prossimi mesi. Nelle ultime ore la pressione nel reattore 3, uno di quelli che sta dando più problemi, sembra essere aumentata: è necessario farla diminuire ma la fuoriuscita di vapore potrebbe provocare una nuova fuga di sostanze radioattive.
ROSLAN RAHMAN/AFP/Getty Images