L’estrema destra in Europa oltre Le Pen
Dopo il caso francese, anche nei paesi del nord Europa i partiti nazionalisti e xenofobi crescono nei sondaggi
Un recente sondaggio ha indicato la leader del Fronte Nazionale Marine Le Pen al primo posto nelle intenzioni di voto dei francesi per il primo turno delle presidenziali, scatenando grandi discussioni in Francia. Ma non è l’unico segnale che indica un risveglio dei movimenti di estrema destra in Europa, come racconta l’Economist.
In Finlandia, ad esempio, un sondaggio del quotidiano più diffuso nel paese, lo Helsingin Sanomat, ha indicato che il partito dei Veri Finlandesi avrebbe il 16,9% delle preferenze e sarebbe quindi il terzo partito. I Veri Finlandesi sono stati fondati nel 1995 dalle ceneri del Partito Rurale Finlandese, scioltosi per difficoltà economiche. Anche se la limitazione dell’immigrazione straniera è un punto importante del loro programma, il tema su cui investono di più è l’ostilità verso l’Unione Europea, che obbligherebbe i paesi del nord Europa a pagare anche per lo scarso rigore economico dei paesi mediterranei.
In Danimarca l’influenza del Partito del Popolo Danese, che sostiene l’attuale governo con i suoi venticinque parlamentari, ha reso la legislazione del paese in materia di immigrazione una delle più strette del continente. Tra le sue proposte recenti, quella di vietare la costruzione di nuove moschee e quella di introdurre nelle scuole momenti obbligatori di canto dei salmi.
I Democratici Svedesi sono entrati in Parlamento per la prima volta dopo le elezioni dello scorso settembre, con venti deputati, che per l’occasione hanno indossato il costume tradizionale dei pastori svedesi. Gli altri partiti però, a differenza di quanto accaduto in Danimarca, non hanno voluto il loro appoggio per la formazione del governo, accusandoli di intolleranza e islamofobia e lasciandoli isolati.
Ma la formazione estremista più di successo è forse il Partito della Libertà olandese (PVV), la seconda forza politica del paese, che i sondaggi indicano avere circa il 17% delle preferenze. Dopo la recente flessione alle elezioni provinciali, il suo leader Geert Wilders prova ad ampliare i temi della sua agenda politica, ma non ha problemi ad ammettere che l’anti-islamismo rimane la sua «passione».