Il grande libro del rock (e non solo) – 19 marzo
Le storie del rock di oggi raccontate da Massimo Cotto
di Massimo Cotto
Metti addosso i tuoi stracci migliori e seguimi / ci divertiremo, quando l’orologio batterà l’una
Rock Around The Clock, Bill Haley
1955 – al Loew Theatre di New York va in scena la premiere di Blackboard Jungle (titolo italiano Il seme della violenza), film che, senza volere, ha dato il via al rock and roll. La regia era di Richard Brooks, quello de La Gatta sul tetto che scotta, A sangue freddo e di Elmer Gantry, che vinse l’Oscar per la miglior sceneggiatura. Protagonista Glenn Ford nei panni di un insegnante in una scuola difficile, con studenti ribelli guidati da un giovane Sidney Poiter. Un giorno, nell’ultimo disperato sforzo di conquistarli, prova a far ascoltare loro la sua musica, i suoi vecchi dischi. I ragazzi reagiscono con violenza e cominciano a muoversi a ritmo di rock and roll. Rock Around The Clock diventa non solo il primo brano di rock and roll mai utilizzato nella colonna sonora di un film ma anche l’inno dei giovani arrabbiati americani, di fatto aprendo le porte al nuovo suono e alla più grande delle rivoluzioni sonore.
Curiosità: dodici anni dopo, quindi nel 1967, Sidney Poiter vestirà i panni dell’insegnante in un film dalla trama molto simile a quella del film in cui era invece il primo ribelle, come in una sorta di pena del contrappasso. Molto simili anche i titoli: Il seme della violenza il primo, La scuola della violenza il secondo.
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E ti sento / quando scendi le scale / di corsa, senza guardare
Quanno chiove, Pino Daniele
1955 – nasce a Napoli Pino Daniele, una delle figure centrali nella rinascita e nel rinnovamento della musica napoletana. Nero a metà, come da autocertificazione, Pino ha unito la negritudine del blues (inteso anche come stato d’animo di uomo mai felice, mai sereno, sempre temporalesco, sempre sul punto di piovere o fare tempesta) alle radici partenopee, coltivate e innaffiate fin dai tempi di Napoli Centrale con James Senese e fin dall’album d’esordio Terra mia. A diciotto anni ha scritto il suo capolavoro, Napule è, con quella semplicità d’immagini che è tipica di chi non ha nulla da perdere, incoscienza e pochi pesi nella borsa. Subito dopo, altri successi: Je so pazzo, Je sto vicino a te, Quanno chiove, I say i’ sto ccà, Yes I Know My Way, e poi, anni dopo, Anna verrà e ‘O scarafone. Oggi vive di rendita, anche se di tanto in tanto rialza la testa.
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