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  • Sabato 19 marzo 2011

Le forze internazionali aprono il fuoco in Libia

Missili americani, britannici e francesi hanno colpito obiettivi militari a Bengasi, Tripoli e Misurata

Canadian F18 Hornet fighters arrive at the air base of Trapani Birgi in the southern island of Sicily on March 18, 2011. Italian air bases could play a key role in any military action against Libya but the prospect of Rome's first operation against its former colony since World War II carries high risks, experts said. AFP PHOTO / MARCELLO PATERNOSTRO (Photo credit should read MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images)
Canadian F18 Hornet fighters arrive at the air base of Trapani Birgi in the southern island of Sicily on March 18, 2011. Italian air bases could play a key role in any military action against Libya but the prospect of Rome's first operation against its former colony since World War II carries high risks, experts said. AFP PHOTO / MARCELLO PATERNOSTRO (Photo credit should read MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images)

Ricapitoliamo la giornata di oggi. I leader europei, il Segretario di stato americano Hillary Clinton e i rappresentanti degli altri paesi che hanno deciso di appoggiare la risoluzione ONU hanno partecipato al vertice di Parigi per decidere le prossime mosse da adottare contro il regime di Gheddafi. Dopo l’incontro, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha comunicato l’avvio delle operazioni militari, reso inevitabile dopo la scelta del governo libico di non rispettare il cessate il fuoco.

Una ventina di caccia francesi hanno sorvolato i cieli della Libia e c’è stata anche una prima azione militare diretta. I jet dell’aeronautica francese hanno colpito e distrutto quattro carri armati nell’area sud-orientale di Bengasi. In serata, poi, le forze degli Stati Uniti hanno lanciato 110 missili Tomahawk su vari obiettivi militari, a Tripoli e a Misurata. Domani dal porto francese di Tolone partirà anche la portaerei Charles De Gaulle, che in 48 ore raggiungerà le acque internazionali al largo delle coste libiche.

In Libia, intanto, continua la dura repressione dei ribelli da parte del regime. A Misurata diversi testimoni hanno visto alcuni cecchini intenti a sparare sui ribelli, mentre a Bengasi ci sono stati numerosi colpi di artiglieria diretti verso il centro della città. La giornata è inoltre iniziata con lo spettacolare incidente di un caccia in possesso dei ribelli, precipitato a Bengasi in circostanze ancora da chiarire. Alla missione dell’ONU partecipa anche l’Italia, ma da Parigi Silvio Berlusconi ha confermato che per ora il nostro paese fornirà spazio aereo e basi militari. Non è comunque escluso che i caccia italiani partecipino ad alcune missioni di ricognizione, ma solo se strettamente necessario.

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18.48 – Secondo Al Jazeera, i caccia francesi hanno distrutto quattro carri armati libici nell’area sud-orientale di Bengasi.

18.35 – La portaerei Charles de Gaulle, l’unica della Marina francese in servizio, raggiungerà nelle prossime ore le acque internazionali al largo della Libia. Lascerà il porto francese di Tolone domenica e sarà entro 48 ore al largo delle coste libiche.

(PHILIPPE WOJAZER/AFP/Getty Images)

18.07 – Non è ancora chiaro dove sia avvenuta l’operazione militare diretta e che tipo di mezzo militare sia stato colpito dai caccia francesi.

18.01 – BBC News conferma la notizia dal ministero della Difesa francese sul primo intervento diretto dei caccia francesi in Libia che hanno colpito un mezzo militare del regime.

18.00 – I caccia per ora coinvolti in azioni militari in Libia sono una ventina, dice il ministero della Difesa francese.

17.58 – Citando fonti del ministero della Difesa francese, Al Jazeera dice che un primo colpo è stato sparato da un aereo francese in Libia alle 17.45 contro un mezzo del regime.

17.47 – Il Guardian ha altre informazioni sulle forze in campo. Spagna e Belgio stanno inviando alcuni dei loro caccia verso le basi militari presenti in Italia. La Spagna dovrebbe inviare degli F-18, mentre il Belgio degli F-16.

17.34 – Clinton: è cruciale la partecipazione dei paesi arabi.

17.33 – Clinton: oggi con gli altri paesi della coalizione abbiamo analizzato i piani di azione e i possibili obiettivi.

17.32 – Clinton: gli Stati Uniti non condurranno a questo stadio operazioni via terra, solo azioni aeree.

17.31 – Ora da Parigi sta parlando il Segretario di stato americano Hillary Clinton, confermando quanto detto dal presidente Obama e in precedenza da Nicolas Sarkozy.

17.30 – Obama: «Abbiamo un ampio consenso e il nostro obiettivo è chiaro. Il popolo della Libia deve essere protetto, e in assenza di una fine immediata delle violenze contro i civili la nostra coalizione è pronta per agire e per agire con urgenza».

17.28 – Nel suo primo discorso in Brasile, dove è in visita di Stato, Barack Obama ha detto che gli Stati Uniti e i suoi alleati sono pronti per agire in fretta contro le violenze sui civili commesse in Libia.

17.07 – Non è ancora chiaro quali saranno le forze in campo per i raid sulla Libia. Reuters ha provato a ricostruire, ecco qualche dato.

– La Danimarca ha confermato che sei caccia F-16 sono arrivati alla base di Sigonella, in Sicilia, e saranno pronti a partire da domani per le operazioni in Libia.

– Il Canada mette in campo sei caccia CF-18, che hanno fatto poche ore fa scalo tecnico a Prestwick in Scozia. Serviranno un paio di giorni perché siano pronti.

– L’Italia mette a disposizione l’uso delle sette basi militari che ospita sul proprio territorio.

– Ci sono notizie di movimenti di F-18, C-17 e C-130 statunitensi nella base degli Stati Uniti di Aviano.


16.57 Euronews ha pubblicato un video con alcune informazioni utili sullo spiegamento di forze contro il regime di Gheddafi. Qui sotto la mappa delle basi che saranno probabilmente utilizzate nel corso dei raid.

16.44 – Angela Merkel ha invece confermato che la Germania non prenderà parte alle operazioni militari.

16.41 – Berlusconi ha poi aggiunto che non è comunque escluso che i caccia italiani possano compiere dei raid nell’ambito della missione ONU.

16.33 – Silvio Berlusconi ha confermato che per ora l’Italia si limiterà a fornire le basi aeree, ma non parteciperà attivamente alle operazioni militari. Questo smentisce le notizie di pochi minuti fa diffuse da alcune emittenti all news internazionali su un impegno diretto del nostro paese.

16.31 – Il comunicato dei paesi che hanno partecipato all’incontro di Parigi di oggi sulla risoluzione ONU contro il regime di Gheddafi:

Il nostro impegno è per il lungo periodo: non consentiremo al colonnello Gheddafi e al suo regime di sfidare la volontà della comunità internazionale e di negare qualla del suo popolo. Continueremo a dare aiuto ai libici così che possano ricostruire il loro paese, rispettando pienamente la sovranità e l’integrità territoriale della Libia.

16.17 – Al Jazeera riferisce che alcuni caccia italiani avrebbero iniziato una missione di ricognizione in Libia. Al Arabiya dà la medesima notizia.

16.10 – I caccia Tornado dell’Aeronautica militare italiana sono schierati a Trapani, dice l’ANSA.

16.08 – David Cameron ha poi aggiunto che occorre agire molto rapidamente per evitare vittime tra i civili.

16.05 – Nel suo breve intervento, Nicolas Sarkozy ha confermato che alcuni caccia francesi sorvolano già i cieli della Libia, in particolare nella zona di Bengasi, e che altri sono pronti per attaccare le forze di Gheddafi.

16.04 – David Cameron, primo ministro inglese: Gheddafi non ha rispettato il cessate il fuoco ed è quindi tempo di agire.

15.57 – L’impressione è che il momento dell’intervento militare si stia avvicinando rapidamente.

15.56 – L’intervento di Sarkozy è stato particolarmente breve e in linea con quanto affermato ieri dal presidente statunitense Obama.

15.52 – Sarkozy: siamo determinati e invitiamo Gheddafi a fare un passo indietro, a cessare il fuoco e a riaprire così i canali diplomatici.

15.51 – Sarkozy: il futuro della Libia appartiene ai libici. Non vogliamo imporre nulla alla popolazione libica, ma interveniamo con mandato del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e con partner arabi per proteggere i civili.

15.50 – Sarkozy: abbiamo invitato più volte Gheddafi a cessare il fuoco, ma questo non è avvenuto.

15.49 – Sarkozy: le nostre forze aeree combatteranno contro il regime di Gheddafi. I nostri aerei interverranno contro i carri armati che minacciano la popolazione.

15.48 – Parla Sarkozy.

15.46 – Il primo ministro olandese, Mark Rutte: Gran Bretagna, Francia e Canada potrebbero avviare i primi raid nel tardo pomeriggio, prima dell’avvio di una operazione più ampia da parte della NATO.

15.33 – Sarkozy parlerà a breve.

15.32 – AFP conferma le ricognizioni francese «sul territorio Libico».


15.17 L’emittente televisiva francese BFMTV dice che alcuni aerei militari francesi stanno sorvolando Bengasi per controllare la no-fly zone. Dalla città non arrivano ancora conferme.

15.16 – Tra gli obiettivi, dice sempre Al Arabiya, c’è anche l’aeroporto di Sirte, la città dove è nato Gheddafi.

15.14 – Al Arabiya dice, citando fonti interne all’esercito francese, che nella notte alcuni ricognitori avrebbero realizzato fotografie aeree dettagliate dei possibili obiettivi dei raid aerei che dovrebbero iniziare qualche ora contro il regime di Gheddafi.

15.06 – Da Misurata arrivano conferme da altri testimoni sulla presenza di cecchini del regime che sparano sui ribelli dai palazzi della città. L’ospedale locale è senza anestetici e fatica a dare soccorso ai feriti.

15.00 – BBC News segnala il movimento di altri aerei da guerra statunitensi in Scozia, atterrati a Prestwick sembra per fare rifornimento.

14.38 – Associated Press ha diffuso questa fotografia di alcuni jet F-16 dell’aeronautica della Danimarca in manovra poco prima di atterrare a Sigonella, la base militare degli Stati Uniti in Sicilia. La base fornirà appoggio nel caso di raid aerei in Libia da parte della missione coordinata dall’ONU.

(AP Photo/Andrew Medichini)

14.16 – All’incontro di Parigi ci sono i leader e i rappresentanti di 18 paesi, comprese nazioni come la Giordania, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti. Per l’Italia c’è Silvio Berlusconi.


(AP Photo/Thibault Camus)

14.12 – Il meeting a Parigi dovrebbe terminare verso le 15.30.

13.49 – Stati Uniti e gli altri paesi riuniti a Parigi avrebbero da poco stabilito l’elenco definitivo degli obiettivi strategici da colpire in Libia.

13.47 – I bombardamenti delle forze pro-Gheddafi su Bengasi delle ultime ore avrebbero causato 25 morti e 40 feriti, secondo Al Jazeera.

13.34 – Altre fonti da Parigi confermano che i raid aerei potrebbero iniziare poco dopo la fine dell’incontro all’Eliseo.

13.29 – All’Eliseo sono da poco arrivati anche Hillary Clinton e  Ban Ki-Moon.

13.23 – I leader europei stanno arrivando a Parigi per partecipare al meeting sull’intervento militare in Libia. Angela Merkel è appena arrivata all’Eliseo.

13.17 – La TV di stato libica dice che i sostenitori di Gheddafi stanno convergendo nelle aree che la Francia ha minacciato di bombardare nel caso in cui non venga rispettata la risoluzione dell’ONU.

13.12 – Alcune fonti diplomatiche a Parigi ipotizzano che un primo raid aereo della comunità internazionale potrebbe essere organizzato entro poche ore. Nella capitale francese sono in corso incontri tra le principali potenze che hanno adottato la risoluzione ONU di ieri contro il regime di Gheddafi.


13.10 – France 24 riferisce che i sostenitori di Gheddafi avrebbero occupato l’ambasciata libanese a Tripoli distruggendone gli interni.

13.03 – L’agenzia fotografia Getty Images ha pubblicato la sequenza fotografica del jet abbattuto questa mattina a Bengasi.

(PATRICK BAZ/AFP/Getty Images)

13.01 – Al Jazeera mostra le immagini di alcuni ribelli su un carro armato per le strade di Bengasi. Festeggiano le loro vittorie contro le forze del regime.

12.55 – Marocco, Qatar, Giordania ed Emirati Arabi Uniti sono i paesi arabi che parteciperanno all’incontro di oggi a Parigi per decidere le prossime mosse da adottare contro il regime di Gheddafi, dice AFP.

12.51 – Reuters conferma che ci sono centinaia di cittadini in fuga da Bengasi, diretti verso oriente per sfuggire ai bombardamenti e alle violenze.

12.48 – Ghanem ha spiegato che nelle ultime settimane la produzione di petrolio è diminuita notevolmente a causa della partenza dei lavoratori stranieri, che si occupavano della gestione dei pozzi. Il ministro ha chiesto alle società petrolifere di far rientrare i propri impiegati per riavviare la produzione, così da consentire alla Libia di onorare i propri contratti.

12.34 – Shokri Ghanem, il ministro che si occupa delle risorse petrolifere della Libia, sta tenendo una conferenza stampa a Tripoli e conferma che il paese manterrà i propri impegni contrattuali con l’estero.

12.26 – Altri indizi sul mancato rispetto del cessate il fuoco arrivano da Misurata. Un testimone dice di aver visto due cecchini pro-Gheddafi in azione: avrebbero ucciso due civili.

12.24 – All’incontro di oggi a Parigi parteciperanno anche gli Emirati Arabi Uniti e il Qatar, dice BBC News.

12.08 – Ci sono notizie di bombardamenti da parte delle forze di Gheddafi anche a Misurata, la città sul golfo della Sirte. La città è sotto il controllo dei ribelli, mentre le milizie del leader libico si trovano a poca distanza dal centro abitato. In città manca l’acqua, spiega un testimone, ma la situazione è tranquilla.

12.06 – Anche un corrispondente del Guardian conferma che l’aereo abbattuto stamattina a Bengasi era dei ribelli.

12.04 – Le testimonianze raccolta da Al Jazeera a Bengasi confermano il mancato rispetto del cessate il fuoco annunciato ieri dal governo libico. I ribelli parlano di nuovi bombardamenti in numerose aree della città e si appellano alla comunità internazionale per avere aiuto e sostegno.

11.57 – Alle 12.30 il primo ministro britannico David Cameron, il Segretario di stato americano Hillary Ctlinton e il presidente francese Nicolas Sarkozy si incontreranno a Parigi per concordare le prossime mosse contro il leader libico. Seguirà poi un incontro aperto ai leader degli altri paesi che hanno deciso di partecipare all’iniziativa dell’ONU.

11.47 – Al Jazeera segnala che ci sarebbero state alcune esplosioni anche in un campo della Croce Rossa libica nel centro di Bengasi.

11.46 – Associated Press dà qualche informazione sulla lettera che Muammar Gheddafi ha inviato al segretario delle Nazioni Unitie, alla Francia e al Regno Unito. Nella lettera il leader libico bolla come priva di fondatezza la risoluzione dell’ONU per un intervento militare nel paese e dice che la comunità internazionale potrebbe «rimpiangere» di mettere in campo una simile operazione. Gheddafi ha anche inviato una lettera a Obama per spiegare la sua scelta di combattere i ribelli: «Se lei scoprisse che i ribelli stanno conquistando le città dell’America con le armi, mi dica che cosa farebbe».


11.35 – Le notizie sul jet abbattuto questa mattina non sono ancora chiare. Inizialmente si pensava appartenesse alle forze di Gheddafi, ma ora da Tripoli uno degli inviati della BBC sostiene il contrario: apparteneva ai ribelli.

11.19 Il governo libico continua a smentire gli attacchi delle ultime ore. «È il nostro paese. Non potremmo mai e poi mai sparare un colpo contro la nostra gente. Venite a verificare di persona che questa è la realtà» ha dichiarato il portavoce del governo Ibrahim Musa.

11.15 – Il New York Times ha una pratica mappa interattiva aggiornata giorno per giorno con i principali scontri tra forze di Gheddafi e ribelli nelle città libiche.

11.13 – David Loyne è un esperto di politica internazionale per BBC World e conferma che Bengasi è sostanzialmente sotto attacco da parte delle forze del leader libico. Il problema per la comunità internazionale, spiega Loyne, sarà organizzare una risposta efficace che riduca al minimo le vittime tra i civili. Non sarà semplice, specie se i raid aerei dovranno occuparsi dei carri armati di Gheddafi nelle strade della città.

Aggiornamento delle 10.47
Al Jazeera riferisce le testimonianze dei movimenti di opposizione a Gheddafi: le aree residenziali di Bengasi sono sotto attacco e molti civili hanno deciso di fuggire, in città si sentono colpi d’artiglieria e i movimenti dei carri armati delle forze del leader libico.

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Nonostante il governo libico abbia dichiarato ieri il cessate il fuoco, rispondendo alle richieste dell’ONU, a Bengasi nelle ultime ore ci sono stati nuovi scontri tra i ribelli e le forze di Muammar Gheddafi. Un aereo da guerra che sorvolava la città, violando la no-fly zone, è stato abbattuto nelle ultime ore, cosa che conferma il proseguimento delle attività militari da parte del governo. Un corrispondente della BBC ha confermato che per le strade di Bengasi ci sono alcuni carri armati del regime.

Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e i paesi arabi che hanno aderito alla nuova risoluzione dell’ONU si troveranno oggi a Parigi per discutere una strategia comune. L’incontro sarà organizzato dal presidente francese Nicola Sarkozy e vedrà la partecipazione, per gli Stati Uniti, del segretario di stato Hillary Clinton.

La risoluzione ha imposto una no-fly zone su tutta la Libia e qualsiasi «misura necessaria» per proteggere i civili dalla dura repressione di Gheddafi. L’obiettivo, ha spiegato il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, è quello di far parlare la comunità internazionale «con una sola voce» per fermare il leader libico.

Ieri il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha tenuto un discorso confermando l’impegno del proprio paese per porre fine alle violenze in Libia. Obama ha detto che Gheddafi non ha più la fiducia del proprio popolo e non è quindi legittimato a governare:

«Abbiamo motivo di credere che sarà capace di fare qualsiasi cosa contro la sua stessa popolazione. Ancora una volta, ha una scelta. I termini della risoluzione approvata dall’ONU non sono negoziabili. Il cessate il fuoco deve essere immediato e la violenza contro i civili deve finire. Gli Stati Uniti sono pronti a intervenire come parte di una coalizione internazionale».

Gli attacchi delle ultime ore a Bengasi sono stati seccamente smentiti dal governo libico, che dice di aver rispettato il cessate il fuoco deciso in seguito al nuovo pronunciamento dell’ONU. I corrispondenti dalla città confermano di aver sentito esplosioni e colpi di arma da fuoco, cosa che sembra smentire le dichiarazioni del governo e che potrebbe accelerare l’azione militare della coalizione internazionale. I raid aerei, se ci saranno, dovrebbero essere guidati principalmente dalla Gran Bretagna, dalla Francia e dai paesi arabi alleati che più hanno spinto per una risoluzione contro Gheddafi.

L’aeronautica britannica ha già iniziato lo spostamento di alcuni aerei verso l’area del Mediterraneo, ha confermato il primo ministro David Cameron. Ci sono anche notizie di movimenti della marina statunitense, che starebbe intensificando la presenza delle proprie navi nel Mediterraneo. Italia, Spagna e Francia metteranno a disposizione le basi militari e ai raid aerei dovrebbero partecipare anche Danimarca, Canada, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Giordania. La NATO sta dando supporto tecnico con i propri Awacs per le ricognizioni.

foto: MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images