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  • Venerdì 18 marzo 2011

Gheddafi prova a cavarsela

Il ministro degli Esteri della Libia, Mussa Khusa, ha annunciato il cessate il fuoco

Oggi il governo della Libia ha annunciato a sorpresa un «cessate il fuoco immediato». La notizia è stata diffusa intorno alle 13.30 ora italiana dal ministro degli Esteri, Mussa Khusa, che ha annunciato l’interruzione immediata di tutte le operazioni militari e l’apertura al dialogo con tutte le forze interessate. La comunicazione è arrivata poche ore dopo l’approvazione della risoluzione ONU, che ha imposto la no-fly zone su tutta la Libia e annunciato l’adozione di «ogni misura necessaria» per proteggere i civili.

Le speranze seguite all’annuncio sono state però subito spezzate dal susseguirsi di bombardamenti su Misurata, Ajdabiyah, Tripoli e altre città nelle montagne occidentali della Libia. A Misurata ci sarebbero stati almeno venticinque morti nel corso della giornata. Alcuni testimoni hanno raccontato che l’esercito sparava anche contro le ambulanze. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante una conferenza stampa a Washington, ha detto che Gheddafi ha perso la fiducia del suo popolo e non è più legittimato a governare. «Abbiamo motivo di credere che sarà capace di fare qualsiasi cosa contro la sua stessa popolazione. Ancora una volta, ha una scelta. I termini della risoluzione approvata dall’ONU non sono negoziabili. Il cessate il fuoco deve essere immediato e la violenza contro i civili deve finire. Gli Stati Uniti sono pronti a intervenire come parte di una coalizione internazionale».

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18,43: L’ex ambasciatore all’ONU del governo libico, Ibrahim Dabbashi, ha confermato ad Al Jazeera che il cessate il fuoco annunciato oggi è soltanto una mossa strategica per far guadagnare tempo a Gheddafi e che l’esercito ha continuato per tutto il giorno a bombardare Misurata, Ajdabiyah e altre città nelle montagne occidentali della Libia. Poi ha detto di essere certo che le forze internazionali interverranno a breve per fermare il massacro: «È una questione di ore, siamo sicuri che entro la fine di oggi tutti i preparativi saranno finiti e i paesi coinvolti passeranno all’azione».

17,20: A dispetto di ogni evidenza, il governo libico continua a sostenere che il cessate il fuoco è già entrato in vigore. «Il cessate il fuoco è stato rispettato, non abbiamo portato avanti nessuna azione militare oggi né a Misurata né altrove», ha detto alla Reuters il portavoce dell’esecutivo, Mussa Ibrahim.

17,08 I bombardamenti su Misurata stanno continuando anche oggi pomeriggio. Al Jazeera parla al telefono con un medico del pronto soccorso, dove continuano ad arrivare feriti.

16,09: Al Jazeera dice che almeno venticinque persone sarebbero morte oggi a Misurata. I ribelli dicono che l’annuncio del cessate il fuoco è soltanto una strategia di Gheddafi per prendere tempo.

16,06: La corrispondente di Al Jazeera da Tripoli conferma che ci sono appena state una serie di esplosioni molto forti appena fuori dalla città. «La distanza tra quello che dicono di fare e quello che fanno è ancora troppo grande per qualsiasi possibilità di dialogo».

15,56: Al Jazeera dice che si sono appena sentite una serie di forti esplosioni a Tripoli.

15,51: Hillary Clinton sta parlando della Libia durante una conferenza stampa da Washington: «Abbiamo saputo della dichiarazione di cessate il fuoco ma non ci lasceremo impressionare dalle parole: vogliamo vedere fatti. La situazione è ancora fluida e non è chiara. Gli Stati Uniti continueranno a fare pressioni perché Gheddafi se ne vada. La risoluzione ONU dimostra che c’è forte unanimità sulla necessità di fermare la violenza in Libia. Non sappiamo ancora quale sarà il risultato finale, dobbiamo procedere passo dopo passo. Il primo passo è fermare la violenza».

15,44: Un video dei bombardamenti di oggi a Misurata.

15,40: Un abitante di Misurata al telefono con Al Jazeera dice che in città non c’è traccia del cessate il fuoco e che l’esercito sta continuando a bombardare. «Le forze di Gheddafi attaccano i civili, molte persone sono morte, devono essere fermati».

15,20: Al Jazeera scrive che le forze di Gheddafi stanno continuando ad attaccare i ribelli anche ad Ajdabiya.

14,30: Il Guardian raccoglie le prime perplessità sull’annuncio del cessate il fuoco:

«L’annuncio del ministro Kussa di un cessate il fuoco unilaterale lascia molte domande importanti senza risposta. Si tratta semplicemente di una mossa per dividere le Nazioni Unite dopo l’approvazione della risoluzione? Come sarà controllato e verificato questo cessate il fuoco? Le Nazioni Unite avranno il permesso di entrare in Libia? Sono arrivate notizie di combattimenti a Misurata poco prima della conferenza stampa del ministro a Tripoli. La sua offerta di dialogo è già stata rifiutata dai ribelli di Bengasi. Il regime di Gheddafi non ha quasi nessuna credibilità e c’è molto scetticismo su questo annuncio. Mussa si è rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda dopo avere dato la notizia».

14,20: Al Jazeera dice che ci sono ancora scontri in corso a Misurata.

13,54: Dopo avere annunciato il cessate il fuoco immediato, il ministro degli Esteri libico si è lamentato per la decisione dell’ONU di imporre una no-fly zone sulla Libia, dicendo che sarebbe in violazione di quanto previsto dallo statuto dell’ONU e che causerà ulteriori sofferenze a tutto il popolo libico.

13,34: Il ministro degli Esteri della Libia, Mussa Khusa, annuncia il cessate il fuoco immediato. «La Libia annuncia l’interruzione immediata di tutte le operazioni militari. D’ora in poi la Libia incoraggerà l’apertura del dialogo con tutti i canali interessati al territorio della nazione. La Libia ha preso atto della risoluzione ONU e ha deciso di impegnarsi a rispettarla. Siamo d’accordo con l’articolo che chiede la protezione dei civili. Il mio paese è molto serio nell’intenzione di continuare lo sviluppo economico, politico, sociale e umanitario della nazione libica».

12,15: Il procuratore generale della Corte Penale Internazionale ha detto che l’eventuale attacco di Bengasi da parte di Gheddafi sarà considerato un crimine di guerra.

12,08: Il premier britannico David Cameron riferisce sulla Libia alla Camera dei Comuni: «Il mondo ha visto Gheddafi massacrare il suo popolo. Le nostre forze si uniranno a un’operazione militare internazionale tra poche ore».

11, 48: Il Wall Street Journal oggi dà molto risalto alla dichiarazione del direttore generale di Eni, Paolo Scaroni, che ieri aveva detto di non essere d’accordo sulle sanzioni contro la Libia sostenendo che per l’Europa sarebbe stato come «spararsi su un piede».

11, 11: A Misurata ci sono già quattro morti e ottanta feriti dall’inizio dei bombardamenti di questa mattina.

10, 10: La Turchia chiede il cessate il fuoco in Libia ma si oppone all’intervento militare.

10, 00: La Libia chiude il suo spazio aereo nel tentativo di contrastare la no-fly zone imposta dall’ONU.

9,55: Il Guardian scrive che la Francia inizierà a breve l’intervento militare in Libia.

9,50: Il figlio di Gehddafi, Saif al-Islam, dice che forze anti-terrorismo stanno andando a Bengasi per disarmare i ribelli.

9,40: Al Jazeera ha pubblicato un video che mostra come funzionerà la no-fly zone.

9,37: Reuters scrive che l’esercito di Gheddafi sta bombardando pesantemente Misurata.

8,43: Al Arabiya riferisce le parole di Saif al-Islam Gheddafi, la faccia cattiva del regime rispetto all’apparizione bonaria del viceministro Kaim ieri sera, per il quale “la Libia non teme la risoluzione ONU”.

8,16: Reuters dice che anche la Norvegia parteciperà alla missione.

8,08: un portavoce del governo francese ha annunciato che la Francia parteciperà alle operazioni militari per far osservare la risoluzione ONU

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Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato intorno alle 23 ora italiana di giovedì una risoluzione che impone la “no-fly zone” sopra la Libia e “ogni misura necessaria” per proteggere i civili nel paese. Il New York Times ha definito queste misure un passo che si ferma “appena prima dell’invasione di terra”, esplicitamente esclusa dalla risoluzione: di fatto si tratta di un’autorizzazione all’intervento militare contro le forze del colonnello Gheddafi, che aveva minacciato poche ore prima di colpire la città di Bengasi “senza pietà, casa per casa”.

Il viceministro degli Esteri libico è apparso in una conferenza stampa con i media stranieri poco dopo per mostrarsi molto conciliante e addirittura sorridente e ha affermato che “Siamo pronti a rispettare la risoluzione, ma dobbiamo parlarne per affrontare alcune questioni tecniche”, in contrasto con le violente espressioni di Gheddafi delle ore precedenti.

A Bengasi la notizia è stata accolta da grandi festeggiamenti tra i ribelli. Con i bombardamenti su Bengasi già in corso da ieri, l’intervento militare potrebbe avvenire anche molto presto. Al Jazeera ha già parlato molto nella notte della base di Sigonella come del luogo da cui far partire eventuali attacchi NATO contro Gheddafi, e delle navi americane nel porto di Napoli. Secondo Reuters, giovedì il ministro La Russa aveva annunciato che l’Italia non si sarebbe opposta all’uso delle basi sul suolo italiano. La risoluzione impone alle forze di Gheddafi di rimanere a 100 chilometri di distanza da Bengasi. I voti favorevoli sono stati dieci, e cinque astenuti tra cui Russia, Cina e Germania che erano stati i meno rapidi ad accettare l’intenzione promossa soprattutto da Francia, Regno Unito, USA e dalla Lega Araba, ma hanno rinunciato a usare il loro diritto di veto.

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Gli sviluppi della notte:

2,13: l’Egitto non parteciperà a iniziative militari contro la Libia, scrive Al Arabiya.

2,07: ora lo stesso Guardian dice che gli annunci di possibili attacchi NATO imminenti erano un po’ precipitosi, stando a fonti americane e della NATO stessa.

1,56: dopo il voto l’ambasciatore tedesco all’ONU Peter Wittig ha avuto parole durissime contro Gheddafi e di consenso alle misure per impedirgli di nucocere ancora, malgrado il voto di astensione.

1,54: fonti non definite esattamente suggeriscono da un paio d’ore che i governi francese e britannico sarebbero pronti a intervenire militarmente in Libia molto presto, e addirittura “nel giro di ore”. Ora ne parla il Guardian.

1,46: le parole dell’ambasciatore cinese all’ONU:

“La Cina è sempre contraria all’uso della forza nelle relazione internazionali. La Cina ha serie difficoltà con alcune parti della risoluzione. Ma al tempo stesso la Cina dà grande importanza alla posizione dei 22 membri della Lega Araba sulla creazione di una no-fly zone. E dà anche grande importanza alla posizione dei paesi africani e dell’Unione Africana. Questo considerato, la Cina si è astenuta dal voto sulla risoluzione”

1,44: il governo britannico si riunirà domattina per comunicare poi al parlamento le sue intenzioni rispetto all’attuazione della risoluzione dell’ONU.

1,39: il governo australiano ha espresso il suo apprezzamento per la decisione del Consiglio di Sicurezza.

1,34: il Canada ha deciso di offrire sei caccia alla missione internazionale che si occuperà di far rispettare la no-fly zone.

1,14: il Wall Street Journal ha un articolo che dice che l’esercito egiziano starebbe fornendo armi ai ribelli libici, col consenso degli Stati Uniti.

1,03: su Twitter circola molta delusione tra gli utenti tedeschi per l’astensione della Germania nel voto dell’ONU, unico paese europeo.

0,39: “Siamo pronti a rispettare la risoluzione, ma dobbiamo parlarne per affrontare alcune questioni tecniche”, ha detto. Toni ineditamente concilianti, molti sorrisi.

0,38: conferenza stampa assurdamente divertita del viceministro degli esteri libico a Tripoli, Khalid Kaim, che parla della “sorpresa” del voto di Russia, Cina, Brasile, Germania e India, e li ringrazia per essersi astenuti.

0,31: a Bengasi slogan pro Sarkozy e bandiere francesi.

0,30: Al Jazeera parla del ruolo chiave delle navi americane che si trovano a Napoli.

0,28: il punto 4 della risoluzione, “Protezione dei civili”:

Authorizes Member States that have notified the Secretary-General, acting nationally or through regional organizations or arrangements, and acting in cooperation with the Secretary-General, to take all necessary measures … to protect civilians and civilian populated areas under threat of attack in the Libyan Arab Jamahiriya, including Benghazi, while excluding a foreign occupation force of any form on any part of Libyan territory, and requests the Member States concerned to inform the Secretary-General immediately of the measures they take pursuant to the authorization conferred by this paragraph which shall be immediately reported to the Security Council

0,25: AFP riferisce che la Libia avrebbe definito la risoluzione “una minaccia per l’unità del paese”