Gli elicotteri per raffreddare Fukushima
Lanciata acqua marina sui reattori per abbassare le temperature, mentre nel paese si contano ormai più di 5.300 morti
Ricapitoliamo. Con la speranza di raffreddare i reattori in avaria da quasi una settimana, oggi a Fukushima I sono intervenuti due elicotteri dell’esercito, che hanno riversato sul reattore tre migliaia di litri di acqua marina. L’operazione è stata ripetuta per otto volte, ma non è chiaro se abbia portato a qualche effettivo beneficio e alla riduzione della temperatura nella vasca che contiene il materiale nucleare. Altre squadre hanno raffreddato il reattore 3 e il reattore 4 utilizzando idranti e altre tonnellate d’acqua. Valutati gli effetti delle operazioni condotte fino a poche ore fa, i tecnici decideranno se adottare la medesima soluzione anche per il reattore 2 della centrale.
Intanto, i media giapponesi segnalano che nonostante gli ultimi sforzi, la quantità di radiazioni nelle città vicine a Fukushima I rimane superiore a quella registrata solitamente. I valori sono più alti del solito, ma gli esperti dicono che non possono costituire un pericolo per la salute dei cittadini.
I tecnici dell’AIEA, l’Agenzia per il nucleare dell’ONU, sono al lavoro per aiutare le autorità giapponesi nella gestione dell’emergenza. Secondo uno degli esperti dell’AIEA, le preoccupazioni maggiori nelle prossime ore saranno causate dal reattore 4, che rimane uno dei sistemi più a rischio nella centrale. Secondo i tecnici statunitensi, per rimettere in sicurezza gli impianti ci potrebbero volere diverse settimane, salvo non ci siano ulteriori peggioramenti legati all’integrità degli involucri dei reattori.
Nelle aree colpite dallo tsunami proseguono intanto le opere di soccorso. Sono migliaia le squadre impegnate sul territorio, eppure a quasi una settimana dalla forte scossa di terremoto e dalle onde anomale, ci sono ancora aree difficilmente raggiungibili a causa delle infrastrutture danneggiate. Le ultime stime ufficiali della polizia giapponese parlano di 5.692 vittime e di almeno 9.500 persone disperse. Questi sono gli unici numeri certi, ma le stime dei media parlano di almeno diecimila morti.
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18.00 – BBC ha pubblicato una mappa utile per farsi un’idea del numero di abitanti che sono stati evacuati dalle città e dai paesi del Giappone settentrionale in seguito allo tsunami e all’emergenza nucleare.
17.18 – In Giappone è notte e, dopo le spettacolari operazioni di raffreddamento di oggi con gli elicotteri, l’attività a Fukushima I è stata ridotta in attesa delle prime luci del giorno. Graham Andrew, uno dei responsabili dell’AIEA, ha da poco confermato che l’impianto dà preoccupazioni soprattutto per il reattore 4, che rimane uno dei sistemi più a rischio.
17.01 – Google ha aggiornato in parte la pagina per ottenere informazioni sullo stato delle cose nel Giappone settentrionale e per inviare le donazioni a sostegno delle popolazioni colpite dallo tsunami.
16.55 – Secondo uno degli esperti dell’AIEA, l’Agenzia per il nucleare dell’ONU, che sta seguendo l’evoluzione delle condizioni di Fukushima I, da ieri non si sono più verificati particolari peggioramenti nell’impianto. La situazione rimane comunque critica.
16.26 – In Giappone è da poco il 18 marzo e le operazioni intorno al reattore 3 sono da poco terminate. Utilizzando gli idranti, i tecnici hanno irrorato l’edificio con circa 30 tonnellate di acqua marina per raffreddarlo. L’acqua ha raggiunto l’interno dell’edificio ma non è ancora chiaro se abbia anche raggiunto la vasca che contiene il materiale nucleare esausto del reattore, che potrebbe produrre nuove radiazioni.
16.11 – Circola su YouTube un video realizzato nelle ultime ore sulla centrale di Fukushima I. Sono le prime immagini riprese dall’alto dell’impianto e appaiono molto evidenti i danni alle strutture e agli edifici che ospitano i reattori.
https://www.youtube.com/watch?v=lBXqiw6EJUk
15.14 – Reuters ha pubblicato una serie di immagini dall’alto del Giappone settentrionale colpito dallo tsunami.
14.57 – Alle 13.18 abbiamo segnalato che secondo un responsabile TEPCO il livello di radiazioni nell’impianto di Fukushima I era pari a 3.750 millisievert per ora. Il dato deriva da una scorretta informazione circolata nelle ultime ore e ripresa anche dal Guardian, ma è sbagliato: si tratta di 3750 microsievert per ora.
14.27 – Yukiya Amano, il responsabile dell’Agenzia per il nucleare dell’ONU (AIEA), è in viaggio verso il Giappone e ha confermato di voler fare un sopralluogo anche a Fukushima I, ma non è detto ci siano le condizioni di sicurezza necessarie per organizzare la visita.
13.38 – Le autorità giapponesi confermano che domani anche sul reattore 2 sarà riversata dall’alto dell’acqua di mare per raffreddarlo. Non è però ancora chiaro se l’operazione di oggi abbia dato risultati apprezzabili.
13.18 – Da giorni le notizie sulla quantità di radiazioni nei pressi di Fukushima I si rincorrono e sono spesso in contraddizione tra loro. Nel corso di una conferenza stampa, uno dei responsabili della TEPCO ha detto che la quantità di radiazioni verso le 9.30 del mattino nell’impianto era pari a 3.750 millisievert per ora. Un dato molto alto.
13.04 – La galleria fotografica del Post con i manifesti in solidarietà del Giappone.
12.56 – Kyodo News ha informazioni più dettagliate sulle operazioni con gli elicotteri di questa mattina. Per raffreddare il reattore 3 sono stati utilizzati due elicotteri dell’esercito equipaggiati con serbatoi in grado di contenere fino a 7.500 litri d’acqua marina. Ogni elicottero ha riversato acqua per quattro volte sul reattore.
https://www.youtube.com/watch?v=Zb9FWIiyajI
12.27 – Il ministro del Commercio giapponese dice che difficilmente oggi ci sarà un blackout su larga scala a Tokyo. La notizia era circolata nel corso delle ultime ore.
11.55 – Le squadre con gli idranti intorno al reattore 3 di Fukushima I hanno ripreso a irrorare le strutture con acqua per mantenere basse le temperature. L’operazione era stata precedentemente sospesa a causa della quantità di radiazioni nell’area. In Giappone sono quasi le otto di sera.
11.43 – Yukio Edano, portavoce del governo giapponese, conferma che le priorità di queste ore sono il raffreddamento della vasca contenente il materiale nucleare del reattore 3 e l’abbassamento delle temperature nel reattore 4. Per questo motivo sono stati impiegati gli elicotteri dell’esercito per cercare di raffreddare i sistemi, ma non è ancora chiaro se questa soluzione abbia dato qualche risultato.
11.24 – L’emittente NHK ha da poco diffuso i dati sulla quantità di radiazioni in alcune aree del Giappone. A Fukushima City, a 65 chilometri di distanza da Fukushima I, il dato è 340 volte superiore al solito, ma non ci sono pericoli per la salute. (Si tratta di 13,9 microsievert per ora.)
11.16 – Il rapporto dell’AIEA ha anche alcune informazioni sull’esposizione alle radiazioni. Le persone entrate in contatto con materiale radioattivo sono una ventina, ma i livelli di esposizione sono stati particolarmente bassi. Due agenti di polizia sono stati decontaminati, mentre un impiegato è stato ricoverato perché maggiormente esposto al materiale radioattivo mentre lavorava nell’impianto.
Aggiornamento delle 11.07
L’AIEA, l’Agenzia per il nucleare dell’ONU, ha pubblicato un rapporto con l’elenco dei tecnici e degli altri operatori rimasti feriti in questi giorni a Fukushima I. Ci sono diversi feriti, uno con le gambe rotte, e due dispersi.
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La giornata di oggi a Fukushima I è iniziata con una nuova serie di tentativi per ridurre la temperatura nei reattori della centrale. Un elicottero dell’esercito ha sorvolato l’impianto e ha riversato su ciò che resta dell’edificio del reattore 3 dell’acqua marina per raffreddare i sistemi ed evitare altre perdite radioattive. L’operazione era stata già programmata ieri, ma le autorità avevano poi rinunciato per ragioni di sicurezza e il timore di esporre l’equipaggio dell’elicottero alle radiazioni.
Il lancio di acqua non ha però portato a una riduzione della radioattività nella zona, cosa che potrebbe indicare l’inefficacia dell’iniziativa, anche perché raffreddare dall’esterno un reattore è un’operazione particolarmente complicata. I responsabili dell’impianto hanno anche collocato alcuni idranti per irrorare d’acqua diverse strutture della centrale e abbassare così la temperatura.
La TEPCO, la società energetica che gestisce l’impianto, sta lavorando per portare una nuova linea elettrica alla centrale. Questa soluzione dovrebbe consentire di ripristinare alcuni dei sistemi di raffreddamento di Fukushima I, che non funzionano correttamente dal giorno del terremoto e dello tsunami. Numerosi esperti hanno criticato la TEPCO per averci messo così tanto tempo nel darsi da fare per portare una nuova linea alla centrale.
Per evitare possibili contaminazioni, le autorità giapponesi confermano che a 30 chilometri da Fukushima I la popolazione non corre particolari pericoli. Rimane il consiglio per chi ancora si trova tra i 20 e i 30 chilometri di distanza di rimanere in casa ed esporsi il meno possibile all’aria aperta. Il possibile aumento delle radiazioni preoccupa diversi stati esteri, come la Francia, che tra ieri e le prime ore di oggi hanno invitato i propri cittadini a raggiungere il sud del Giappone, lontano da Fukushima I, o ad abbandonare il paese. Stati Uniti e Regno Unito hanno invitato i propri cittadini a tenersi ad almeno 80 chilometri di distanza.
I soccorsi continuano in buona parte del Giappone settentrionale, anche se rimangono le difficoltà legate alla mancanza di infrastrutture, distrutte dallo tsunami, per raggiungere i paesi più isolati. Le stime ufficiali ora parlano di 5.300 morti e di almeno 9.300 persone sicuramente disperse. Stime ancora provvisorie e che purtroppo continuano ad aumentare giorno dopo giorno, a dimostrazione di quanto sia complesso avere un quadro completo della devastazione portata dal terremoto e dallo tsunami.
Ci sono ancora 850mila abitazioni senza energia elettrica nel nord del paese, dove le temperature negli ultimi giorni sono scese sotto lo zero complicando la vita ai tanti rimasti isolati e in attesa di soccorsi. Cibo e acqua arrivano con difficoltà e mancano altre importanti risorse come il carburante per i mezzi di soccorso.