Berlusconi rinvia il rimpasto di governo

La decisione dopo un incontro con Napolitano

Aggiornamento delle 17,40
Dopo l’incontro col presidente della Repubblica, Berlusconi avrebbe deciso di rinviare il rimpasto ed effettuare tutte le nomine in una volta sola.

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Il governo Berlusconi ha dei posti liberi, e questo è noto da settimane: la fuoriuscita dei finiani dal governo ha liberato poltrone da ministro, viceministro e sottosegretario. Poi c’è il ministro Bondi, dimissionario da settimane, che non vede l’ora di togliersi di mezzo. Un’altra cosa nota da settimane è che Berlusconi non ha alcuna fretta di fare il rimpasto: finché ha posti da promettere a destra e a manca, gli è più facile tenere insieme la sua composita maggioranza alla Camera e assicurarsi che tutti si comportino bene. Negli ultimi giorni però la corda si sta sfilacciando, a forza di essere tirata. E quindi il rimpasto si avvicina.
Un pezzetto, almeno, stando a quanto scrive oggi Paola Di Caro sul Corriere della Sera. Le prime due mosse dovrebbero accadere oggi pomeriggio: Giancarlo Galan sarebbe nominato ministro dei Beni Culturali al posto di Sandro Bondi, Saverio Romano (il capogruppo di Responsabili) sarebbe nominato ministro dell’Agricoltura al posto di Galan. Poi bisognerà passare ad assegnare i posti di sottosegretario: quelli liberi sono sette, ma a forza di promesse non sarebbero più sufficienti ad accontentare tutti. Gli altri Responsabili che si sono dati da fare per Berlusconi nei momenti di massima difficoltà (Calearo, Pionati, Cesario, eccetera), quelli della Destra di Storace, quelli che hanno lasciato Futuro e Libertà. Secondo il Corriere, Berlusconi vorrebbe ampliare il numero dei sottosegretari: serve un decreto firmato da Napolitano, che difficilmente accetterà, oppure un disegno di legge che allungherebbe parecchio i tempi. Ogni giorno che passa, però, le scocciature diventano un po’ più intense. Sempre il Corriere ci aggiorna sul caso Scajola.

Il caso più scottante è quello di Claudio Scajola, che ha minacciato la creazione di gruppi autonomi se il partito non cambierà rotta. Ieri tra i due c’è stato il secondo — fitto e teso— colloquio nell’arco di pochi giorni, e ancora non si vedono schiarite. Berlusconi ha spiegato all’ex ministro che i sondaggi sconsigliano un suo ritorno al governo (la questione della casa al Colosseo, ha allargato le braccia, ancora pesa), gli ha spiegato che il posto di Giovanardi non è disponibile, gli ha assicurato che lui comunque non vuole assolutamente perderlo, e gli ha proposto un ruolo di responsabile del partito sul territorio. Deluso Scajola, che per ora ha declinato quella che gli pare un’offerta poco consona al peso nel partito e alle capacità organizzative che ha dimostrato «in tanti anni» di avere. Così, mentre resta il gelo, si è fissato un nuovo appuntamento nel fine settimana per trovare una difficilissima via d’uscita, che al momento non si vede nonostante gli sforzi di mediatori come Antonio Martino che ieri pure è stato ricevuto dal premier.

foto: LaPresse