Il portavoce del dipartimento di Stato si è dimesso
P. J. Crowley aveva criticato il Pentagono per il trattamento di Bradley Manning, la presunta di fonte di Wikileaks
Il portavoce del dipartimento di Stato degli Stati Uniti, P. J. Crowley, ha dato le dimissioni dal suo incarico. La notizia è stata data dalla CNN ed è stata successivamente confermata da Politico e vari altri mezzi di informazione americani: quando in Italia erano le 18,30 ora italiana è stata confermata anche dal segretario di Stato, Hillary Clinton.
Le dimissioni di Crowley sono state messe in relazione a quanto detto da lui giovedì scorso a Cambridge, in Massachusetts, parlando al MIT. Il portavoce del dipartimento di Stato, rispondendo alla domanda di uno studente su Wikileaks, aveva detto che il trattamento riservato dal Pentagono a Bradley Manning è «ridicolo, controproducente e stupido». Bradley Manning è l’analista dell’esercito americano sospettato di aver passato a Wikileaks centinaia di migliaia di documenti riservati: per questo è detenuto da mesi in un carcere di massima sicurezza e il suo avvocato ha più volte lamentato le vessazioni subite dal suo assistito, che sarebbe completamente isolato dall’esterno, costretto a spogliarsi davanti ai soldati più volte al giorno, sorvegliato a vista e obbligato a essere svegliato ogni ora durante la notte.
Il presidente Barack Obama, interpellato sulle condizioni di Bradley Manning, ha detto di aver chiesto delucidazioni al Pentagono e di avere ricevuto assicurazioni sul fatto che il soldato è trattato in modo adeguato. «Non posso condividere con voi i dettagli delle informazioni che ho ricevuto, ma posso dirvi che alcuni provvedimenti sono stati presi per la sicurezza del soldato stesso», ha detto Obama. P. J. Crowley avrebbe comunque dovuto lasciare l’incarico da qui a poche settimane, in un avvicendamento programmato: le sue dichiarazioni hanno accelerato quello che era già previsto. Crowley aveva guadagnato qualche notorietà negli ultimi mesi grazie al suo attivismo su Twitter, col quale aveva raggiunto spazio e influenza anche sui media mediorientali e nordafricani nel corso delle rivolte delle ultime settimane.
foto: NICHOLAS KAMM/AFP/Getty Images