La situazione in Libia
Mentre l'esercito di Gheddafi riconquista altre città, la Lega Araba chiede all'ONU la no-fly zone
L’offensiva lanciata dalle forze di Gheddafi è continuata anche oggi e ha portato alla riconquista di alcune città lungo la costa orientale, anche se l’avanzata verso est sembra essere più lenta rispetto a ieri. Dopo pesanti bombardamenti aerei e di artiglieria, i ribelli si sono ritirati ad est di Brega, dove una settimana fa avevano respinto un primo attacco dell’esercito governativo. A Ras Lanuf intanto, riporta Al Jazeera, i combattimenti continuano in diverse zone della città. Nella zona occidentale del paese, Az Zawiya sembra ormai definitivamente tornata sotto il controllo di Gheddafi: alcuni giornalisti occidentali sono stati scortati dal governo in un tour nel centro della città, dove accanto agli edifici danneggiati hanno visto gruppi di sostenitori del rais che cantavano, in inglese, “I love Gheddafi”. L’esercito del colonnello ha lanciato da poche ore un attacco contro l’ultima grande città rimasta ai ribelli, Misurata, 200 km a est di Tripoli.
I paesi della Lega Araba, che si sono riuniti oggi al Cairo, hanno chiesto all’unanimità al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite l’imposizione della no-fly zone sopra la Libia. La Libia è stata sospesa dalla Lega Araba e gli stati membri hanno dichiarato che il governo di Gheddafi ha perso ogni legittimità. La no-fly zone è stata proposta nei giorni scorsi dalla Francia e dalla Gran Bretagna ai meeting dell’Unione Europea e della Nato, dove però ha incontrato forti resistenze. I paesi arabi non hanno specificato chi debba concretamente agire per rendere operativa la no-fly zone. Il ministro degli esteri dell’Oman ha dichiarato prima dell’incontro che un intervento occidentale non sarebbe gradito, e la mancanza di un mandato chiaro da parte dei paesi della regione è sicuramente uno dei maggiori ostacoli ad ogni azione diretta dei paesi europei e degli USA.