La riforma della Giustizia senza Berlusconi
La legge è urgente, scrive Antonio Polito: basta che si rimuovano tutti i sospetti
Antonio Polito sul Corriere della Sera si aggiunge a coloro che sostengono che una buona riforma della Giustizia sia necessaria, se solo si riuscisse a togliere di mezzo ogni tentativo di farla per aiutare Berlusconi.
Una vecchia storiella inglese, che metteva alla berlina il settarismo fanatico della guerra civile nord-irlandese, raccontava di un posto di blocco a Belfast dove degli uomini armati fermavano tutti i passanti. A ciascuno chiedevano: «Sei cattolico o protestante?», e lasciavano passare solo quelli della propria comunità. Finché non arrivò uno che alla fatidica domanda rispose: «Veramente sono ebreo». E i miliziani infastiditi: «Sì, va bene, ma ebreo cattolico o protestante?». Nel dibattito pubblico italiano capita spesso di sentirsi come l’ebreo della storiella: si vuole sapere solo da che parte stai, se con Berlusconi o contro, e il merito delle questioni diventa del tutto irrilevante. Più che mai quando si parla di giustizia. La riforma costituzionale che il governo ha annunciato di voler varare, per esempio, potrebbe e dovrebbe essere giudicata per ciò che conterrà. Invece i magistrati paiono averla già bocciata, e alcuni di loro minacciano addirittura una specie di guerra preventiva sotto forma di sciopero. E la parte più cospicua dell’opposizione, cioè il Pd, finora l’ha condannata nel solito modo: è un diversivo dai processi, è fatta solo per gli interessi del premier, è punitiva verso i magistrati. In realtà il progetto che starebbe per varcare per la prima volta la soglia del Consiglio dei ministri — il condizionale è d’obbligo perché è nel libro dei sogni del centrodestra praticamente dal 1994 — non sembra contenere le famigerate norme ad personam che in questi anni sono state il pressoché unico prodotto dell’ispirazione garantista del centrodestra; né disegna, a quanto se ne sa, un progetto eversivo della Costituzione rinnegando l’indipendenza di chi amministra la giustizia.
(continua a leggere sulla rassegna stampa del Ministero delle Finanze)