I guai del principe Andrea
Le amicizie pericolose del figlio della regina Elisabetta II tra dittatori, regimi corrotti e prostituzione minorile
Il principe Andrea è il secondo figlio maschio della regina Elisabetta II, ha 51 anni, è duca di York e per il Regno Unito lavora come Rappresentante per il commercio estero, un ruolo che arricchisce gli archivi delle agenzie fotografiche di sue immagini a fiere, eventi e inaugurazioni in tutto il mondo. E anche i cittadini britannici rischiano di avere grazie a lui un piccolo problema di “immagine all’estero”. Nel corso degli anni, il lavoro del duca lo ha portato ad avere frequentazioni poco raccomandabili con dittatori e uomini di affari spregiudicati. Le inchieste giornalistiche su di lui hanno messo di frequente in imbarazzo la monarchia, che ora deve affrontare una nuova serie di accuse a poche settimane di distanza dall’atteso matrimonio regale tra il principe William e Kate Middleton.
Il duca di York, scrive il Guardian, ha incontrato lo scorso anno il presidente del Turkmenistan, uno degli stati più corrotti al mondo, per ottenere contratti vantaggiosi per il proprio paese per l’acquisto di petrolio e gas. Il principe Andrea sarebbe entrato in confidenza con Gurbanguly Berdymukhamedov, il controverso presidente turkmeno accusato di non garantire un regime democratico nel proprio paese.
Il principe visitò il Turkmenistan lo scorso aprile nell’ambito di un progetto governativo per l’approvvigionamento di combustibili fossili. In quell’occasione, il duca avrebbe stretto buoni rapporti con Berdymukhamedov, tanto da far sollevare numerosi dubbi da parte della stampa britannica, che si chiede se fosse davvero così opportuno un coinvolgimento diretto di un membro della casa reale. Nelle ultime settimane il principe Andrea è stato criticato anche per i suoi rapporti personali con altri personaggi discutibili come l’ex presidente tunisino Ben Ali e il leader libico Muammar Gheddafi.
A fine novembre, il principe Andrea aveva già attirato verso di sé numerose critiche in seguito alla pubblicazione di alcuni documenti della diplomazia statunitense da parte di Wikileaks: emergevano la spregiudicatezza del duca e i suoi rapporti con personaggi discutibili dei paesi dell’Asia centrale. In visita in Kyrgyzstan, il figlio della regina ebbe parole risentite nei confronti degli agenti che lavorano contro la corruzione e dei giornalisti del Guardian accusati di «ficcare il naso dappertutto».
Altre inchieste si sono concentrate sui rapporti tra il duca di York e Jeffrey Epstein, un uomo di affari statunitense che nel 2008 fu accusato in Florida di induzione della prostituzione minorile. Epstein si dichiarò colpevole patteggiando la pena e fu rilasciato la scorsa estate, dopo aver trascorso tredici mesi in carcere. L’uscita di prigione ha riacceso l’interesse della stampa, alla ricerca di prove più consistenti per provare i rapporti di amicizia tra Epstein e il principe, spiegano sul Wall Street Journal.
La scorsa settimana il Daily Mail, uno dei tabloid del Regno Unito, ha pubblicato una foto del principe Andrea mentre passeggia al fianco di Epstein scattata lo scorso dicembre a New York. Il giornale ha anche pubblicato una foto del principe Andrea mentre abbraccia una minorenne coinvolta nel caso legale contro Epstein. Lunedì, il giornale ha scritto che la signora Ferguson [l’ex moglie del principe, ndr] avrebbe accettato denaro da Epstein per saldare un debito con un proprio dipendente. Un portavoce della Ferguson ha confermato lunedì che i soldi saranno restituiti. Buckingham Palace non ha voluto diffondere alcuna dichiarazione sui rapporti tra il principe Andrea ed Epstein.
Anche il Times si è schierato contro il duca di York con un editoriale pubblicato lunedì scorso. Il giornale ha chiesto al principe di rinunciare ai propri incarichi di rappresentate per il commercio estero, accusando il figlio della regina di essere arrogante, rozzo, poco preparato e con amicizie a dir poco discutibili. L’editoriale del Times ha spinto Buckingham Palace e il governo britannico a difendere con convinzione l’operato del principe, confermando la piena fiducia nelle sue attività.
Il duca di York svolge il proprio incarico volontariamente senza ricevere alcun compenso. Tuttavia, il governo deve coprire le spese di rappresentanza del principe con fondi pubblici.