L’Egitto litiga sul suo passato
I servizi segreti starebbero distruggendo documenti e prove degli abusi di Mubarak
Ieri in Egitto alcuni manifestanti si sono scontrati con le forze di sicurezza di fronte al ministero degli Interni. I manifestanti protestavano contro la distruzione di alcuni documenti che testimonierebbero le violazioni dei diritti civili avvenute durante il regime di Mubarak. Un testimone ha detto alla CNN che le forze di sicurezza hanno risposto all’attacco della folla. Altre persone hanno raccontato che i manifestanti sono stati assaliti da alcuni gruppi ancora leali a Mubarak, che hanno lanciato delle molotov contro la folla ferendo gravemente alcune persone.
Le proteste sono iniziate venerdì scorso, quando centinaia di persone hanno assaltato il palazzo dei servizi segreti di Alessandria nel tentativo di fermare alcuni agenti: questi, secondo i manifestanti, stavano bruciando alcuni documenti che proverebbero la dura repressione compiuta dal regime. Quattro attivisti sono stati feriti e 20 funzionari sono stati duramente picchiati dalla folla. Simili proteste si sono verificate sabato in svariate città egiziane. Al Cairo circa 2500 persone hanno assalito una sede dei servizi segreti. Hanno attaccato i funzionari, sottratto documenti, scattato fotografie dell’edificio. Molti hanno pubblicato il materiale su Facebook: ci sono foto delle prigioni sotterranee, riproduzioni di alcuni documenti, cumuli di carta fatta a brandelli o bruciacchiata.
L’apparato di sicurezza aveva il compito di spiare le persone e reprimere il minimo dissenso. Ora i funzionari stanno cercando di distruggere tutte le prove degli abusi compiuti. Molti attivisti sostengono che i servizi segreti stanno cercando di boicottare la rivoluzione; chiedono che vengano smantellati e che gli alti funzionari vengano processati. Nel frattempo il primo ministro Essam Sharaf ha promesso una riforma dell’apparato di sicurezza, mentre sabato è iniziato il processo contro l’ex ministro degli Interni Habib el-Adly, capo dei servizi segreti e delle forze dell’ordine. È accusato di riciclaggio e abuso d’ufficio, inoltre è stata aperta un’investigazione contro di lui per aver ordinato di sparare contro la folla durante le proteste.
Ieri notte i militari, che al momento guidano il paese, hanno invitato le persone a restituire i documenti sottratti alle agenzie di sicurezza e hanno intimato di non pubblicarli online o passarli alla stampa. Secondo la giunta l’apertura dei documenti potrebbe causare gravi danni al paese e alle persone coinvolte. Chiunque verrà trovato in possesso potrà subire un interrogatorio. Alcuni dei documenti riguardano la rivoluzione del 25 gennaio, che ha portato alle dimissioni di Mubarak e alla caduta del regime. Secondo i servizi segreti le proteste erano state organizzate dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e da Israele per porre fine al conflitto arabo-palestinese. I rapporti accusano anche l’Iran, Hamas ed Hezbollah di creare instabilità in Egitto per favorire la salita al potere dei Fratelli Musulmani.
foto: STR/AFP/Getty Images