Il sindaco dell’Aquila vuole dimettersi
Il Comune è in stallo da tempo, oggi è mancato per l'ennesima volta il numero legale
Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha annunciato le sue dimissioni. Per diventare esecutive, queste devono essere formalizzate alla segreteria del Comune e diventeranno esecutive solo dopo essere state comunicate al consiglio comunale.
La ragione delle dimissioni è una delibera comunale sulla riorganizzazione delle aziende ex municipalizzate: soltanto 19 consiglieri hanno partecipato al voto in Consiglio comunale, nonostante fosse richiesta una maggioranza qualificata di 20 consiglieri. Stando a quanto racconta il giornale locale il Centro, però, si tratterebbe dell’ultima di una serie di episodi di improduttività da parte del Consiglio comunale. Nei giorni scorsi Massimo Cialente, che guida una giunta di centrosinistra, era stato accusato dalla stampa di destra per via della lentezza della ricostruzione della città, devastata da un terremoto nell’aprile del 2009. «Non credo di poter più andare avanti, da mesi sono con una pseudomaggioranza e dal punto di vista generale è tutto fermo», ha detto Cialente all’Adnkronos. «Da quando c’è stato il terremoto, erano già tutti in campagna elettorale, mentre la gente sta schiattando».
Una volta che il sindaco formalizzerà la sue decisione di dimettersi, Cialente avrà venti giorni per ritirarle. Scaduto questo termine il consiglio comunale sarà sciolto e il prefetto nominerà un commissario. L’ufficio del Comune ha fatto sapere all’AGI che sono già in corso dei contatti con il ministro degli interni per verificare la possibilità di tenere nuove elezioni nella data di maggio in cui si voterà in molti altri comuni italiani, ma stando a quanto dice la legge i tempi non ci sono. Se Cialente formalizzasse le dimissioni domani, queste diverranno esecutive il 28 marzo. Dal 28 marzo al 15 maggio, giorno delle amministrative nel resto d’Italia, ci sono poco più di 45 giorni, non abbastanza per tenere la campagna elettorale.