Che cosa c’è nel ddl sul testamento biologico
Il disegno di legge oggi è arrivato alla Camera, resta lo scontro sull'alimentazione e l'idratazione forzate
Oggi alla Camera è iniziata la discussione sul disegno di legge sul testamento biologico, approvato un paio di anni fa in Senato e già esaminato dalla commissione Affari Sociali della stessa Camera. Il ddl sarà discusso fino al prossimo 11 marzo e, salvo cambiamenti di programma, sarà emendato e poi nuovamente votato in Senato, nei primi giorni di aprile, dove potrebbe trovare l’approvazione definitiva. I punti di scontro tra maggioranza e opposizione vertono principalmente su due punti: l’obbligo di idratazione e alimentazione, e la possibilità per il medico di non seguire le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT), quelle decise dal paziente insieme alle volontà del testamento biologico.
Le modifiche fino a ora apportate in commissione sono state votate dal Popolo della Libertà, dalla Lega Nord e dall’UdC. Partito Democratico e Italia dei Valori si sono opposti agli emendamenti proposti dalla maggioranza, Alleanza per l’Italia si è astenuta, Futuro e Libertà non era in commissione. Il partito di Di Pietro ha esposto la relazione di minoranza, che definisce incostituzionale il testo della legge e chiede un provvedimento meno ingessato, che consenta ai pazienti di indicare nel testamento biologico i trattamenti che non vogliono ricevere e di poter fare affidamento su una DAT senza scadenza e vincolante per il medico. Il Partito Democratico propone invece una sospensione e un ritorno al confronto in commissione. L’UdC presenterà invece una serie di emendamenti correttivi, mentre Futuro e Libertà propone un unico emendamento che sostituisca l’intero disegno di legge. Secondo i Radicali, la legge proposta è «il presupposto dello Stato etico» e per questo motivo il partito ha iniziato un sit-in davanti a Montecitorio con una maratona oratoria.
Sul Sole 24 Ore, Celestina Dominelli e Claudio Tucci hanno preparato una breve guida per comprendere meglio i contenuti della legge che stanno esaminando alla Camera.
DAT – Dichiarazione anticipata di trattamento
È la dichiarazione che prepari per esprimere il tuo orientamento sui trattamenti sanitari che potresti subire se perdessi capacità di intendere e di volere. Nella DAT puoi rinunciare a tutti o ad alcuni particolari trattamenti sanitari perché ritenuti sproporzionati o ancora sperimentali. Per essere valida, la DAT – che è poi quello che chiamiamo generalmente testamento biologico – deve essere compilata a mano o dattiloscritta e deve essere firmata dal compilatore. Video e ricostruzioni postume non valgono. La Dichiarazione anticipata di trattamento ha una durata di cinque anni, la puoi rinnovare alla sua scadenza oppure revocarla prima che siano passati cinque anni.
La proposta attuale prevede che in casi di emergenza la DAT non venga applicata se chi l’ha compilata si trova in pericolo di vita immediato. Puoi nominare un fiduciario, maggiorenne, che accetta la nomina sottoscrivendo la tua DAT e che verifica che questa venga rispettata. Se ci sono contrasti tra parenti e manca la nomina di un fiduciario, le decisioni spettano al giudice tutelare. Il medico non è comunque obbligato a seguire alla lettera le DAT, ma può agire secondo scienza e coscienza. Se si verificano contenziosi, il medico curante può avvalersi del parere, non vincolante, di un collegio di medici.
Alimentazione e idratazione
Il problema dell’attuale proposta è che non ti permette di dichiarare nella DAT se vuoi ricevere o meno idratazione e alimentazione. Il testo non classifica queste due procedure come terapie e quindi non possono essere escluse da chi fa la dichiarazione. Questo è uno dei punti critici, perché in molti casi i pazienti in stato vegetativo sopravvivono grazie all’idratazione e all’alimentazione forzate, realizzate tramite un sondino che raggiunge direttamente lo stomaco. Fu proprio su questo punto che si concentrò lo scontro tra maggioranza e opposizione nel 2009 durante le ultime settimane di vita di Eluana Englaro. Il ddl prevede che idratazione e alimentazione siano sospese nel caso in cui diventino «non più efficaci o non adeguate alle condizioni di vita del paziente».
Registro DAT
Le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento saranno conservate in un archivio unico digitale sotto la responsabilità del ministero della Salute.
Consenso informato
Prima di avviare una terapia, il medico deve fare chiarezza sulla diagnosi, la prognosi, i benefici e i possibili rischi del trattamento. Sulla base di queste informazioni, tu paziente devi essere messo in grado di esprimere il consenso in modo del tutto libero e consapevole. In un secondo momento hai il diritto di ritirare il consenso o rivederlo in parte, compatibilmente alle terapie nel frattempo avviate. Se non puoi esprimere direttamente il tuo consenso, tocca al tuo tutore. Se ci sono complicanze o gravi eventi i medici possono intervenire per salvaguardare la salute del paziente anche senza consenso informato.
La “tutela della vita”
Il testo prevede che l’assistenza medica e le attività sanitarie siano finalizzate esclusivamente alla tutela della vita e all’alleviamento delle sofferenze, un modo per escludere qualsiasi ipotesi di eutanasia o aiuto al suicidio.