Mark Linkous 1962-2010
Il 6 marzo 2010 moriva suicida il creatore degli Sparklehorse, una delle band più inventive e malinconiche degli ultimi vent'anni
Il 6 marzo 2010 si uccise Mark Linkous, dopo 48 anni di una vita incasinata e creativa da musicista che gli diede soddisfazioni e culto soprattutto come responsabile della “one man band” degli Sparklehorse. Ripubblichiamo a beneficio di chi non conoscesse la sua musica la playlist delle sue canzoni contenuta in Playlist, la musica è cambiata di Luca Sofri (il peraltro direttore del Post). Mancano le cose di Dark night of the soul, il disco che Linkous fece con Danger Mouse nel 2009.
Sparklehorse
La band è Mark Linkous, un musicista matterello originario della Virginia, che una volta è clinicamente morto per due minuti e quando lo hanno ripreso è rimasto paralizzato e stordito per un bel po’ (aveva preso troppo valium e alcool assieme). Questo offre qualche ulteriore spiegazione alle immagini infantili e bucoliche di cui riempie la sua musica: a sua volta fatta di suoni tra lo psichedelico e il country-rock, piuttosto monocorde e ipnotica, e spesso dolcissima.
Weird sisters (Vivadixiesubmarinetransmissionplot, 1995)
“I parassiti ti adoreranno, quando sarai morto”: ma la melodia è dolce e lieta. “There’s a bad moon on the rise” è una citazione della canzone dei Creedence Clearwater Revival “Bad moon rising”. Quelle del titolo non sono “strane sorelle” ma il nome con cui vengono chiamate nella mitologia germanica le Norne, le tre dee del destino (corrispondenti alle Parche romane) citate nel Macbeth di Shakespeare.
Hammering the cramps (Vivadixiesubmarinetransmissionplot, 1995)
Qui siamo un po’ più rock. Il “captain Howdy” di cui si parla è il personaggio immaginato dalla bambina Regan nell’Esorcista.
Saturday (Vivadixiesubmarinetransmissionplot, 1995)
Sei un’automobile, sei un’ospedale
Andrei all’inferno e ritorno per vederti sorridere
Di sabato
Sei una stella, sei un mare d’aria
Io suono fantastiche tastiere di denti di cavallo
Di sabato
Vorrei dirti come mi sento
Ma probabilmente aspetterò
Fino a sabato
Wish you were here (Come again, 1996)
Una delle più belle covers di sempre, e l’originale era dei Pink Floyd. Ma qui è tutta diversa, trascinata, intorpidita, con Thom Yorke dei Radiohead che ci mise la sua voce cantando al telefono dalla sua camera d’albergo e cambiando i canali della tv nel frattempo; fu tutto registrato. La incisero per una raccolta celebrativa della Emi, a cui parteciparono vari artisti, oggi introvabile. Poi è stata inserita nella colonna sonora di un film del 2005, Lords of dogtown.
West of Rome (Sweet relief II, 1996)
Superati i primi aspri cento secondi, diventa una ballata stupenda. È una canzone di Vic Chesnutt, cantautore paraplegico americano molto amato in particolare dai colleghi. Nel 1996 fu pubblicata una raccolta di suoi pezzi cantati da altri, per una fondazione a favore dei musicisti malati: gli Sparklehorse fecero “West of Rome”.
(Il video purtroppo non è più disponibile)
It’s a wonderful life (It’s a wonderful life, 2001)
“Sono il cane che si è mangiato la tua torta di compleanno. È una vita meravigliosa”. È una canzone meravigliosa, dall’andamento funebre e sonnolento ma dal refrain celeste.
More yellow birds (It’s a wonderful life, 2001)
Istruzioni sul suo interramento (“mandatemi altri uccelli gialli, che è buio”), un gran violino, e la riapparizione di Captain Howdy.
Babies on the sun (It’s a wonderful life, 2001)
Più che una canzone, i rumori che fanno i sogni: e bambini sul sole (c’era una “Due ragazzi nel sole” dei Collage, ma era molto più brutta… molto).
Don’t take my sunshine away (DreamtForLightYearsInTheBellyOfA Mountain, 2006)
Non ancora da jukebox, ma ci si avvicina, anche grazie al titolo estivo che cita “You are my sunshine”, la vecchia canzone diventata inno della Louisiana e canto da stadio di molti stadi. Ma a un certo punto non resiste alla tentazione di ronzii e distorsioni, per un momento.