La battaglia per gli slum di Mumbai
Il piano di risanamento del più grande slum dell'Asia, tra interessi economici e partiti estremisti
Le autorità di Mumbai stanno discutendo un piano da diversi milioni di dollari per la riqualificazione di Dharavi, il più grande slum dell’Asia. Con un numero imprecisato di abitanti, tra 250.000 e un milione, Dharavi si estende per circa due chilometri quadrati nel centro di Mumbai ed è continuamente esposto al pericolo di inondazioni e di epidemie scatenate dall’assenza di servizi igienici. Gli incendi sono frequentissimi. Tra i suoi vicoli è ambientato The Millionaire, il film che due anni fa vinse otto premi Oscar. La scorsa settimana il governo dello stato del Maharashtra, dove si trova Mumbai, ha annunciato che i lavori per l’abbattimento delle baracche e la costruzione di nuove case inizieranno nell’arco di mesi.
Al piano di risanamento si oppone lo Shiv Sena, un partito dell’estrema destra indiana che ha sempre regnato a Dharavi ma che vede la sua influenza politica in declino a livello regionale. Alla fine degli anni Novanta lo Shiv Sena, allora al governo a Mumbai, aveva avviato un piano di sviluppo per la zona, e ora si oppone strenuamente alle iniziative nello stesso senso da parte di altre forze politiche. Il partito richiede che nelle nuove abitazioni lo spazio abitativo sia di almeno 37 metri quadri, il doppio di quanto previsto dai piani attuali. I problemi di sovrappopolazione interessano praticamente tutti gli abitanti dell’enorme metropoli con più di 14 milioni di abitanti e sembrano quindi allo Shiv Sena un modo sicuro per guadagnare consensi, a un anno dalle elezioni municipali.
Ma lo Shiv Sena deve dimostrare di essere un rappresentante credibile per la popolazione. Il partito, formato nel 1966 per difendere i diritti dei Marathi, il popolo originario della regione di Mumbai, ha sempre preso di mira con violenza i musulmani e gli immigrati dalle zone più povere dell’India, che insieme compongono due terzi della popolazione di Dharavi. In passato lo Shiv Sena ha anche fomentato rivolte sanguinose nei confronti degli immigrati in città, ma ora dichiara di aver cambiato linea e di volere solo la pace tra le etnie. Ci sono motivi di dubitare della sincerità di questo pentimento. Lo scorso anno il partito ha cercato di impedire la proiezione di un film di successo perché il protagonista aveva fatto commenti favorevoli a giocatori di cricket pakistani, e solo il mese scorso ha minacciato di attaccare la finale di Coppa del Mondo dello stesso sport, prevista a Mumbai il prossimo 2 aprile, se le squadre partecipanti saranno Pakistan e India.
Gli abitanti di Dharavi hanno realmente bisogno di qualcuno che li difenda. Il piano per il risanamento di una zona centrale di Mumbai, con un mercato degli affitti che segue la crescita vertiginosa dell’economia indiana degli ultimi anni, attira l’interesse di imprese costruttrici e immobiliari non molto interessate al benessere degli attuali residenti. Le condizioni della costruzione e della vendita sembrano essere guidate anzitutto dagli interessi dei costruttori, che hanno strettissimi legami con la politica locale. Gli attivisti della zona si battono, ad esempio, perché alle società immobiliari sia permesso di vendere solo un terzo degli alloggi che potranno costruire senza pagare il terreno, ma il governo municipale risponde che la percentuale sarà ben oltre la metà.
La corruzione endemica della classe politica indiana e la richiesta di condizioni migliori per le nuove abitazioni spinge molti abitanti di Dharavi ad aderire allo Shiv Sena o al più recente Maharashtra Navnirman Sena (MNS), movimenti di matrice xenofoba che, oltre a obiettivi concreti come la soglia dei 37 metri quadri, propongono la precedenza nell’assegnazione delle case per i residenti più antichi della zona, quasi tutti Marathi.