Lo staff del Quirinale
Marcello Sorgi sulla Stampa racconta chi sono e cosa fanno le persone con cui ieri se l'è presa Berlusconi
In una delle sue invettive buone per finire sui titoli dei quotidiani il giorno dopo e poi essere immediatamente dimenticate, ieri il presidente del Consiglio ha criticato lo staff della presidenza della Repubblica, sostenendo che «interviene puntigliosamente su tutto» e che per questo i suoi poteri di governo sono molto limitati. Oggi sulla Stampa Marcello Sorgi spiega chi sono e cosa fanno le persone che collaborano con Giorgio Napolitano, e perché preoccupano Silvio Berlusconi.
Quando parla di Quirinale, l’incubo di Silvio Berlusconi ha ancora il volto e il sorriso suadente di Gaetano Gifuni, l’indimenticabile braccio destro di due Capi dello Stato come Scalfaro e Ciampi, uscito dalla prima linea e divenuto oggi, con Napolitano, segretario generale onorario. Un ruolo più appartato, anche se solo apparentemente, dato che il suo compito è anche quello di fornire consigli nei momenti più delicati: e per come vanno le cose in Italia di questi tempi ciò vuol dire intervenire ogni giorno che Dio manda in terra. Adesso che il suo ufficio è nel palazzo di fronte alla Presidenza della Repubblica, don Gaetano, l’indimenticabile «Prudenziano» (questo il suo nome di battaglia), con chiunque glielo chieda minimizza, accenna alla scrivania sgombra di pratiche e dossier, divaga su certe ricerche storiche a cui il maggior tempo a disposizione gli consente di dedicarsi, e si guarda bene dal commentare in qualsiasi modo la gran confusione politica che non trova pace e la guerra istituzionale che quasi quotidianamente oppone Palazzo Chigi al Quirinale, alla Corte Costituzionale e alla presidenza della Camera.
Ma appunto, che in un momento come questo un uomo come Gifuni possa dedicarsi solo ai suoi studi e alle sue amate riflessioni, non ci crede nessuno. Don Gaetano è infatti la memoria vivente delle due Repubbliche, la Prima e la Seconda, e l’archivio pulsante di una materia specifica, come i precedenti giuridici e di principio, che nessun computer e nessun motore di ricerca è in grado di consultare meglio di lui. Così, per Berlusconi, Prudenziano non incarna soltanto il ricordo terribile di quel Natale di sedici anni fa in cui il ribaltone, ordito ai suoi occhi con la promessa mancata di elezioni anticipate che non ci furono, dall’inflessibile segretario generale che allora affiancava Scalfaro, lo precipitò di colpo da Palazzo Chigi all’opposizione e alle aule dei tribunali in cui i magistrati lo aspettavano per cucinarselo.