Proteste anche in Oman
Sei persone sono già morte nel Sultanato arabo che produce 850mila barili di petrolio al giorno
Sei persone sono morte in Oman negli scontri degli ultimi giorni. Sull’onda delle proteste che da settimane stanno attraversando i paesi arabi, anche qui migliaia di manifestanti sono scese per strada chiedendo maggiori diritti e migliori condizioni di vita.
Questa mattina alcune centinaia di persone hanno bloccato l’accesso a una delle aree industriali più importanti del paese, vicino alla città di Sohar, nella costa settentrionale della penisola. Altre hanno iniziato a protestare nella rotonda principale della città. La polizia era già intervenuta ieri sparando contro i manifestanti che avevano iniziato a scagliare pietre.
L’Oman è un Sultanato di quasi tre milioni di abitanti situato nella parte sudorientale della penisola arabica. Confina con Emirati Arabi, Arabia Saudita e Yemen e si affaccia soul mar Arabico e soul Golfo Persico. Il governo è retto dal Sultano, che detiene il potere assoluto e non permette l’esistenza di partiti politici. Per cercare di calmare le proteste, ha promesso 50mila nuovi posti di lavoro e sussidi di disoccupazione fino a 390 dollari al mese. L’Oman è uno dei paese arabi più ricchi di petrolio, produttore di 850mila barili al giorno. La popolazione chiede che la ricchezza ricavata dalle risorse del paese sia distribuita in modo più equo.