Frattini attacca Gheddafi
Il ministro riferisce alla Camera sulla situazione in Libia e abbandona le cautele dei giorni scorsi
Il ministro degli esteri Franco Frattini ha riferito questa mattina alla Camera riguardo la situazione in Libia e il ruolo dell’Italia, per poi aggiungere altri dettagli a margine di una cerimonia alla comunità di Sant’Egidio. Frattini è parso avere abbandonato i toni cauti degli ultimi giorni: ha duramente criticato Gheddafi per la retorica anti-italiana, ha detto che la stima di mille morti nella repressione è «purtroppo verosimile» e ha accusato il governo libico di aver scatenato una «guerra civile» e un «bagno di sangue».
Ribadisce la totale estraneità dell’Italia rispetto alle accuse lanciate da Muammar Gheddafi e chiama tutte le forze dell’opposizione alla massima collaborazione perché «siamo in situazione grave, gravissima», «il cui tragico bilancio sarà un bagno di sangue». Si snoda lungo questi due binari l’informativa urgente sulla crisi libica pronunciata stamane alla Camera dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, che attacca il Colonnello rompendo gli indugi. «Da Gheddafi – dice in aula il titolare della Farnesina – sono arrivate accuse piene di una retorica che avevamo pensato di vedere abbandonato, una retorica anti-italiana condita da indicazioni palesemente false come quella di avere fornito razzi ai rivoltosi della Cirenaica». Si tratta, rimarca con forza Frattini, «di frasi completamente false, dalla prima all’ultima parola perché l’Italia non ha mai prodotto razzi e non li ha mai venduti in quella regione».
In aula Frattini non fornisce un bilancio preciso sui morti provocati dagli scontri in Libia, ma stamane, a margine di una cerimonia alla Comunità di Sant’Egidio, il ministro degli Esteri aveva giudicato «verosimile» la stima di mille vittime tra i civili. «Non abbiamo notizie sul numero dei morti – aveva detto stamane – ma la cifra di mille che è stata comunicata è purtroppo verosimile». Parlando alla Camera il titolare della Farnesina rimarca che la situazione «è resa ancora più grave dai propositi espressi ieri da Gheddafi – spiega il ministro – in cui la volontà di colpire il suo stesso popolo, determina una situazione di guerra civile tra aree e province in cui ci sono gruppi che si combattono con bande e squadroni della morte che compiono raid. Il tragico bilancio sarà un agno di sangue. È una analisi – chiarisce – che ho condiviso con molti governo europei e non europei».