La rivolta contro Gheddafi
In Libia continuano le proteste contro il regime e le organizzazioni umanitarie parlano di 84 morti
Dopo tre giorni di proteste, in Libia si contano almeno 84 morti dovuti alla dura repressione da parte delle autorità del paese. Il bilancio è dell’associazione umanitaria Human Rights Watch (HRW), che sta seguendo insieme ad altre organizzazioni per i diritti umani la rivolta contro il governo della Libia e il suo leader Muammar Gheddafi, il dittatore che controlla il paese dal 1969.
La maggior parte degli scontri si sono verificati per le strade di Bengasi, la seconda città più grande della Libia, dove un solo ospedale ha dato la stima di almeno 35 morti. La televisione di stato trasmette da giorni messaggi minacciosi contro i manifestanti, ai quali viene ricordato che si potranno verificare rappresaglie per fermare le proteste. Internet è sostanzialmente inaccessibile e il regime ha anche deciso di arrestare la fornitura di corrente elettrica nelle aree del paese in cui si sono verificate le principali rivolte.
Ottenere informazioni dettagliate su quanto sta accadendo in Libia è molto difficile. Ai mezzi di comunicazione è stato vietato di raggiungere le aree della protesta e i giornalisti vengono spesso controllati dal regime. Le notizie che arrivano da Bengasi sono comunque allarmanti. Ieri le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco contro la folla dei manifestanti che si sono riuniti nei pressi dell’area utilizzata da Gheddafi quando è in visita in città.
HRW riferisce di diverse manifestazioni contro il regime di Gheddafi anche in altre città della Libia come al-Bayda, Agedabia, Ez Zauia e Derna. I manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro il governo e contro la dura repressione degli ultimi giorni, che ha causato la morte di decine di persone. In alcune zone i soldati avrebbero deciso di sostenere le manifestazioni, ma la notizia non è stata verificata.
A Tripoli, la capitale della Libia, la situazione è invece calma anche perché in città c’è un forte spiegamento di forze dell’ordine. Il regime ha organizzato ieri alcuni cortei a sostegno di Gheddafi, che si è fatto vedere per qualche minuto dalla folla. Sul piano politico si parla di un rimpasto di governo e della sostituzione di alcuni funzionari, ma non è chiaro se queste nuove mosse politiche siano state condizionate o meno dal crescente malcontento nel paese.