Il ritorno in piazza Tahrir
La "marcia della vittoria" a una settimana dalle dimissioni di Mubarak
Da questa mattina in piazza Tahrir al Cairo ci sono diverse decine di migliaia di persone, che si sono riunite per festeggiare la caduta del regime di Hosni Mubarak avvenuta la scorsa settimana e per chiedere agli alti vertici militari che ora controllano il paese di fare le riforme promesse. La piazza è sorvegliata da alcune centinaia di soldati e la manifestazione si sta svolgendo senza particolari problemi, segnala AFP.
La folla è arrivata in piazza prima del momento della preghiera del venerdì, anche se una delle principali vie di accesso alla zona era chiusa da un posto di blocco dell’esercito. Per evitare problemi di sicurezza, a ogni manifestante è stato richiesto di mostrare un documento di identità prima di entrare nella piazza. Una procedura già adottata negli ultimi giorni della protesta della scorsa settimana per mantenere separati i manifestanti dai sostenitori di Hosni Mubarak.
L’atmosfera in piazza è di festa. Una piccola banda attraversa la folla suonando canzoni patriottiche e ci sono anche le vuvuzela, le trombette infernali diventate celebri questa estate nel corso dei mondiali di calcio in Sudafrica.
La manifestazione è stata organizzata dalla Coalizione dei giovani della rivoluzione, l’organizzazione che raccoglie i movimenti a favore della democrazia che si sono battuti per le dimissioni di Mubarak e che hanno spinto la rivolta. Oltre a far festa, i partecipanti ricorderanno anche i 365 egiziani morti nel corso delle proteste e gli oltre 5.500 feriti stimati dal Ministero della salute del paese.
La Coalizione chiede ai militari di rispettare gli impegni presi e di liberare al più presto tutti i manifestanti arrestati nei 18 giorni delle proteste. Le associazioni umanitarie parlano di centinaia di detenuti, ma le autorità egiziane non hanno ancora diffuso cifre ufficiali sul numero di fermati e arrestati. Amnesty International ha chiesto ai vertici militari dell’Egitto di avere le prove di alcuni casi di tortura contro i detenuti e ha richiesto la fine immediata di queste pratiche, che violano il diritto internazionale. I movimenti voglio anche il rinnovo del governo con la nomina di nuovi ministri tecnici, che non siano stati coinvolti nei numerosi casi di corruzione degli ultimi anni, una delle cause della rivolta.