L’attacco della polizia in Bahrein
Alle tre di notte le forze dell'ordine hanno sgomberato la piazza occupata dai manifestanti, che dormivano
Questa notte in Bahrein almeno quattro persone sono morte durante un attacco della polizia in piazza Pearl, la principale rotonda della capitale Manama, diventata nei giorni scorsi il quartier generale dei manifestanti, che hanno detto di volerne fare la loro piazza Tahrir.
Verso le due di notte, decine di veicoli della polizia si sono schierati lungo la strada che circonda la piazza mentre alcuni elicottori sorvolavano la zona. Migliaia di persone, tra cui donne e bambini, erano accampate nella piazza e stavano dormendo. Attorno alle 3 la polizia ha fatto irruzione nella piazza con l’intento di sgomberarla, servendosi di gas lacrimogeni, proiettili di gomma e manganelli. Oltre alle persone che sono state uccise, centinaia di altri manifestanti sono stati feriti. Ibrahim Sharif, appartenente al partito di opposizione Waad, ha dichiarato alla BBC che tra le vittime ci sono una persona di 65 anni e un’altra più giovane. Ha aggiunto che nella confusione dello sgombero molti bambini si sono allontanati dai loro genitori e si sono persi. Sharif ha raccontato alla CNN di aver visto «alcune ambulanze portare i feriti in ospedale ma che la polizia cercava di impedire alle persone di andare in quella direzione». Ha detto inoltre che c’erano «probabilmente dai 500 ai mille poliziotti».
Maryama Alkawaka, responsabile delle relazioni esterne del Bahrain Centre for Human Rights, ha raccontato ad Al Jazeera che «le persone sono state attaccate nel sonno, senza alcun avvertimento. Mentre correvano per sfuggire all’assalto, altri poliziotti le attaccavano frontalmente». L’opposizione ha definito l’operazione «vero terrorismo»: «chi ha preso la decisione di aggredire i manifestanti aveva l’intenzione di ucciderli». Il ministro degli Interni ha dichiarato che «le forze di sicurezza hanno evacuato la piazza dai manifestanti, dopo aver tentato in tutti modi di farli allontanare senza usare la forza». Alcuni si «sarebbero rifiutati di rispettare la legge» e per questo la polizia sarebbe dovuta intervenire per disperderli.
Durante l’assalto la polizia ha aggredito anche un reporter della Abc, Miguel Marquez. Il giornalista era al telefono con i suoi colleghi, che a un certo punto lo hanno sentito urlare «Giornalista! Giornalista! No! No!», prima di sentire il rumore di alcuni colpi e le urla dei poliziotti. Dopo alcuni minuti Marquez ha detto ai poliziotti che avrebbe lasciato la piazza, poi ha ripreso a raccontare ai colleghi quello che era successo, con la voce rotta: «Questi fanno sul serio».
Le proteste in Bahrein sono iniziate lunedì, ispirate dalle manifestazioni che si sono svolte recentemente in Egitto e in Tunisia. Prima dell’attacco di stamattina altre due persone erano rimaste uccise durante gli scontri con la polizia. I gruppi antigovernativi chiedono la liberazione dei prigionieri politici, la creazione di nuove abitazioni e posti di lavoro, un parlamento più rappresentativo e con maggiori poteri, la stesura di una nuova costituzione più democratica e la formazione di un nuovo governo in cui non sia presente Sheikh Khalifa Bin Salman Al Khalifa, l’attuale primo ministro, al potere da quarant’anni.