La politica americana dominata dagli ispanici?
Negli ultimi dieci anni il numero dei cittadini statunitensi di origini latinoamericane è raddoppiato
Gli Stati Uniti stanno gradualmente diffondendo i risultati dell’ultimo censimento, e basandosi su questi l’Atlantic nota come in molti stati il numero dei cittadini di origini latinoamericane, immigrati o figli di immigrati provenienti dai paesi dell’America centrale, sia praticamente raddoppiato. Questi i dati già disponibili, che riguardano otto stati: i numeri del censimento del 2010 sono messi a confronto con quelli del censimento precedente, risalente al 2000.
Arkansas
Nel 2000 gli ispanici erano il 3,2 per cento della popolazione, cioè 86.866. Nel 2010 sono stati il 6,4 per cento, cioè 186.050.
Indiana
Nel 2000 gli ispanici erano il 3,5 per cento della popolazione, cioè 214.536. Nel 2010 sono stati il 6 per cento, cioè 389.707.
Iowa
Nel 2000 gli ispanici erano il 2,8 per cento della popolazione, cioè 82.473. Nel 2010 sono stati il 5 per cento, cioè 151.544.
Louisiana
Nel 2000 gli ispanici erano il 2,4 per cento della popolazione, cioè 77.083. Nel 2010 sono stati il 4,2 per cento, cioè 192.560.
Maryland
Nel 2000 gli ispanici erano il 4,3 per cento della popolazione, cioè 227.916. Nel 2010 sono stati il 8,2 per cento, cioè 470.632.
Mississippi
Nel 2000 gli ispanici erano l’1,4 per cento della popolazione, cioè 39.569. Nel 2010 sono stati il 2,7 per cento, cioè 81.481.
New Jersey
Nel 2000 gli ispanici erano il 13,3 per cento della popolazione, cioè 1.117.191. Nel 2010 sono stati il 17,7 per cento, cioè 1.555.144.
Vermont
Nel 2000 gli ispanici erano lo 0,9 per cento della popolazione, cioè 5.504. Nel 2010 sono stati l’1,5 per cento, cioè 9.208.
Nel giro del prossimo mese saranno diffusi anche i dati riguardanti gli altri stati, ma intanto la tendenza sembra chiara: negli ultimi dieci anni il numero dei cittadini di origini latinoamericane è praticamente raddoppiato. In attesa dei dati ufficiali, ci sono le proiezioni dell’agenzia governativa che si occupa del censimento: la popolazione ispanica negli Stati Uniti dovrebbe toccare adesso il 15,5 per cento della popolazione complessiva degli Stati Uniti, per salire al 17,8 per cento nel 2020, al 20,1 per cento nel 2030, al 22,3 per cento nel 2040, al 24,4 per cento nel 2050.
Il dato ha delle conseguenze anche dal punto di vista politico: sono quelle su cui si sofferma l’Atlantic e su cui vari politologi e sociologi si interrogano da molti anni. Piuttosto che distribuire le proprie preferenze elettorali in modo simile a quanto fa il resto della nazione, infatti, la grande maggioranza degli ispanici negli ultimi cicli elettorali ha votato candidati democratici. Alle elezioni presidenziali del 2008, Obama fu votato dal 52,9 per cento dei votanti. Tra gli ispanici, Obama vinse con il 67 per cento. Se il numero dei cittadini americani di origine ispanica raddoppia, in alcuni stati particolarmente in bilico tra repubblicani e democratici il dato può essere decisivo a favore dei democratici, spiega l’Atlantic. Detto questo, ovviamente non si tratta di tendenze eterne. La gran maggioranza degli ispanici vive negli stati del sud ed è molto religiosa: se i repubblicani dovessero moderare i loro toni contro l’immigrazione, gli equilibri potrebbero cambiare.
foto: David McNew/Getty Images