In Montana c’è un problema coi bisonti
Le bestie escono dal parco di Yellowstone alla ricerca di cibo e portano con loro la brucellosi
Il governo degli Stati Uniti e lo stato del Montana stanno litigando a causa dei bisonti del parco nazionale di Yellowstone. Il parco occupa parte del Wyoming, del Montana e dell’Idaho. Ogni anno quando le temperature si fanno più rigide, i bisonti abbandonano il parco in cerca di cibo e sconfinano nelle pianure del Montana.
Dal 2000 la gestione di questi animali è regolata dal Piano globale di gestione dei bisonti, adottato dal dipartimento per l’allevamento del Montana e da diversi enti governativi, tra cui quello per la salvaguardia della fauna, della flora e delle foreste degli Stati Uniti, e il servizio di gestione del Parco di Yellowstone. In teoria, il piano avrebbe lo scopo di garantire ai bisonti una vita libera e selvaggia, e gestire quelli che lasciano il parco sconfinando nel Montana: molti di questi, infatti, sono affetti da brucellosi, una malattia che causa l’aborto spontaneo nelle femmine. Le cose però non funzionano molto bene: le misure adottate finora non sono in grado di bloccare l’espandersi della brucellosi tra i bisonti né di contenere la loro fuoriuscita dal parco. Qualche mese fa il miliardario Ted Turner ha sottoscritto un accordo col Montana per allevare alcuni bisonti fuggiti dal parco (e farne hamburger, almeno di una parte di questi). Ora si è fatto pressante anche il problema delle malattie, come ha detto chiaramente ieri Brian Schweitzer, governatore democratico dello stato.
L’episodio che ha fatto perdere la pazienza al governatore è legato alla decisione del ministero dell’Ambiente degli Stati Uniti di trasportare nel Montana dei bisonti ammalati di brucellosi per abbatterli. Al momento 525 bisonti che si stavano dirigendo verso il confine con il Montana sono stati rinchiusi dai ranger del parco; 217 sono risultati positivi ai testi della brucellosi, da qui la decisione del governo di abbatterli. Schweitzer però ha firmato ieri un ordine esecutivo in cui proibisce per 90 giorni il trasporto dei bisonti di Yellowstone in Montana. Secondo il governatore, si tratterebbe di “un’inaccettabile rischio per la trasmissione della brucellosi al bestiame del Montana”. Il governatore ha aggiunto che la sua decisione “è soprattutto di un segnale diretto al ministero dell’Ambiente, che deve farsi carico della gestione dei bisonti di Yellowstone. Il suo piano è: se nevica i bisonti vanno in Montana e così se ne dovrà occupare qualcun altro”. Schweitzer ha detto che è necessario innovare radicalmente la gestione dei bisonti del parco in Montana, e ha sottolineato il fallimento dell’attuale strategia per ridurre la brucellosi. Secondo Schweitzer una delle soluzioni potrebbe essere fornire delle scorte di fieno ai bisonti durante l’inverno, così da impedire che si allontanino in cerca di cibo.
Un’altra forza in campo è quella degli ambientalisti e dei gruppi a difesa della vita selvatica. Questi gruppi avevano presentato un ricorso contro la decisione del ministero dell’Ambiente di abbattere i bisonti, ma il giudice federale Charles Lovell ha rifiutato la loro richiesta affermando che era facile “provare empatia all’appello di non massacrare i bisonti, ma che era anche chiaro che bisognava impedire a questi animali malati di riprodursi”.
Non è la prima volta che Schweitzer si è dovuto occupare dei bisonti di Yellowstone. Nel 2006 ha cercato di fare da mediatore tra gli ambientalisti che volevano proteggere i bisonti dal macello e gli allevatori di bestiame che li volevano abbattere, sempre per impedire che contaminassero le loro mandrie con la brucellosi. Il risultato è stato un accordo che espandeva i confini dei territori entro i quali i bisonti possono aggirarsi al di fuori del parco senza essere abbattuti. Al momento nel parco di Yellowstone si stimano circa 3700 bisonti. Ogni anno i bisonti e la fauna selvatica del parco attirano a Yellowstone milioni di visitatori.