“Un esercizio quotidiano di igiene mentale”
Beppe Severgnini spiega Twitter ai lettori del Corriere della Sera
Beppe Severgnini, tra le molte altre cose, è uno scafato e appassionato utilizzatore di Twitter. Oggi spiega la sua esperienza sul Corriere della Sera.
Twitter non è il fratello minore di Facebook. Semmai il cugino. Parenti e diversi. Facebook ha sette anni, è stato creato da ragazzi per i ragazzi: lo usano anche gli adulti, ma siamo in affitto (morale). Twitter compie cinque anni. È più smaliziato, meno empatico ma più acuminato. Sociale e micidiale: basta saperlo usare.
Microblogging – la definizione ufficiale – è un buon riassunto. Gli interventi di 140 caratteri obbligano alla sintesi. Sono un esercizio quotidiano di igiene mentale, uno spazzolino per il cervello.
Sono diventato twitter il 19-04-2009 alle ore 14:14:17; da allora ho scritto 2.691 tweet (sul sito http://www.twitteritalia.it sono molto precisi). Mi seguono 48.724 persone; ne seguo 332. Quando m’imbatto in un intervento (tweet) intelligente, mi metto a seguire l’autore. Di solito, non mi pento.
Se voglio conoscere l’opinione su ciò che scrivo, cerco il mio nome sotto “menzioni”. Domenica ho messo su Twitter (tweettato?) «Se non ora, quando? Capisco lo spirito, condivido il fastidio, discuto il metodo. Ancora piazze e slogan? È il XXI secolo, ragazze!» e sono stato sommerso di opinioni. Scrivere un commento sul “Corriere” poi è stato facile. E bello. In fondo, rispondevo ai lettori. Fino a ieri erano i lettori che rispondevano a noi.