La Cina vuole aggirare il canale di Panama
È allo studio una ferrovia che colleghi la costa dell'oceano Pacifico con quella dell'Atlantico
di Simone Incontro
La Cina ha in progetto la costruzione di una faraonica linea ferroviaria che sarebbe in grado di diventare un’alternativa vantaggiosa all’ormai centenario canale di Panama per il trasporto delle merci dall’oceano Pacifico a quello Atlantico. Lo ha affermato il presidente colombiano Juan Manuel Santos in un’intervista al Financial Times. “È una proposta vera ed è in uno stadio avanzato”, ha dichiarato il presidente. “Gli studi che hanno fatto i cinesi sul costo dei trasporti per tonnellata, sulle spese per gli investimenti. Tutto torna”.
La ferrovia dovrebbe essere lunga 220 chilometri e arrivare dalla costa colombiana sul Pacifico a una nuova città vicino a Cartagena (vedi la cartina sul Guardian), dove i manufatti cinesi verrebbero assemblati ed esportati in tutto il continente. Le materie prime colombiane – come il carbone, di cui la Colombia è la quinta produttrice al mondo – farebbero il viaggio di ritorno verso la Cina sullo stesso percorso. Il progetto, di un valore che si aggira sui 7,6 miliardi di dollari, sarà finanziato dalla Chinese Development Bank e verrà realizzato dal China Railway Group. “Non voglio creare troppe aspettative, ma tutto quello che stiamo facendo ha un senso”, ha detto Santos, “l’Asia è il nuovo motore dell’economia mondiale”. Gao Zhengyue, ambasciatore cinese a Bogotá ha poi dichiarato: “La Colombia ha una posizione strategicamente molto importante e la vediamo come un porto per il resto dell’America Latina”.
Il commercio tra i due paesi, partito da 10 milioni nel 1980, l’anno scorso ha raggiunto i cinque miliardi di dollari facendo della Cina il secondo partner commerciale della Colombia dopo gli Stati Uniti. La domanda che gli analisti internazionali si pongono è se la nuova ferrovia sarà più veloce e più conveniente rispetto al canale di Panama. Un’altra questione che i cinesi dovranno tener conto è il degrado della rete ferroviaria già esistente, che collega la Colombia alla costa caraibica e alla parte orientale del Paese. Infine il progetto cinese, secondo i documenti raccolti dal Financial Times, attraverserebbe tre catene montuose e passerebbe per aree piuttosto remote controllate sia dai ribelli al governo centrale sia dalle milizie legate al traffico della droga.
L’ambizioso programma di espansione cinese via rotaia ha già dimostrato in passato di essere difficile da arrestare, si veda la costruzione della linea che collega il Tibet con il resto della Cina. Oltre ai grandi investimenti interni e all’espansione che la collega con i Paesi limitrofi, la Cina è stata in grado di esportare anche le sue competenze, come nei casi della ricostruzione delle rete ferroviaria in Angola e i contratti siglati in Algeria e in Sudafrica. All’inizio di questo mese, inoltre, la televisione di Stato iraniana ha riportato che il governo iraniano e quello cinese hanno firmato un contratto di 13 miliardi di dollari per la costruzione di cinquemila chilometri di ferrovia da parte della China Railways.
L’ambizioso progetto cinese prosegue il sogno di unire i due Oceani, impresa che stregò la Spagna, mise in forte difficoltà la Francia e diede potere agli Stati Uniti. Già nel 1534 re Carlo V aveva compreso l’importanza e la possibilità di costruire una rotta attraverso Panama, ma il progetto rimase sulla carta per l’inadeguatezza dei mezzi tecnici di allora. Bisogna aspettare il XIX secolo per vedere riprendere il progetto. I lavori di scavo, voluti dal Congresso Internazionale di Parigi, erano stati avviati nel 1879 da una compagnia francese sotto la guida di Ferdinand de Lesseps, il realizzatore del canale di Suez. Un’epidemia di malaria e di febbre gialla, che provocò la morte di circa 22mila lavoratori, impose però il blocco dei lavori. Nel 1901 gli Stati Uniti ottennero dal governo colombiano (all’epoca Panama faceva parte della Colombia) l’autorizzazione per costruire e gestire il Canale per cento anni.
Nel 1903 il governo della Colombia decise di non ratificare l’accordo. Gli Stati Uniti allora non esitarono a organizzare una sommossa a Panama e a minacciare l’intervento dell’esercito se fosse avvenuta la reazione del governo legittimo. Panama divenne così una Repubblica indipendente ma sotto la tutela degli Stati Uniti, che ottennero l’affitto perpetuo della Zona del Canale e l’autorizzazione a iniziare gli scavi. I lavori, intrapresi dal genio militare statunitense, iniziarono nel 1907 e si conclusero il 3 agosto 1914. Fu il colonnello Goethals a portare a termine il progetto per conto del governo americano. Cinque anni fa si è concluso lo studio per un ampliamento del Canale. I lavori, che hanno avuto inizio nel 2007, dovrebbero concludersi nel 2014, centenario dell’apertura del Canale. L’ultima sfida al dominio assoluto di Panama è venuta nel 2006 da parte del Nicaragua ma il tentativo è fallito subito dopo qualche mese. Come scrive il Guardian, però, il Nicaragua non aveva dietro di sé la Cina. Ora il governo di Pechino mostra la sua aggressività commerciale e sembra già pronta a sfidare gli Stati Uniti anche su quello che è sempre stato il suo “cortile di casa”. Washington è avvertita. La Colombia lo sa bene e spera che, con questo ambizioso progetto cinese, il Congresso statunitense approvi in breve tempo un trattato di libero scambio con il Paese sudamericano.
foto: ELMER MARTINEZ/AFP/Getty Images