Cosa vuole l’Italia dall’Europa
Maroni chiede un Consiglio europeo straordinario, l'impegno dell'agenzia Frontex e 100 milioni di euro
Le ultime notizie da Lampedusa dicono che questa è stata la seconda notte consecutiva senza sbarchi, e questo sta permettendo di ridurre progressivamente il numero degli immigrati: in questo momento ce ne sono 2000, quasi tutti ospiti del Centro di accoglienza. Non si tratta, ovviamente, di una risoluzione del problema: l’arresto delle partenze si deve probabilmente alle cattive condizioni del mare e ieri il ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha detto che le coste italiane rischiano di fronteggiare un esodo da 80 mila persone.
Ieri Maroni aveva polemizzato con il commissario per gli affari interni dell’Unione Europea, Cecilia Malmström. Il ministro italiano si era lamentato della scarsa collaborazione ricevuta dalle istituzioni europee nell’affrontare l’emergenza. Cecilia Malmström aveva fatto sapere allora di avere sentito Maroni sabato, di avere offerto l’aiuto della Commissione e di essersi sentita rispondere “no, grazie”. Il ministero degli Interni ha diffuso immediatamente una nota smentendo di avere rifiutato gli aiuti – uno dei due dice bugie, evidentemente – e ribadendo le proprie richieste. Che sono queste:
– 100 milioni di euro cash per affrontare la crisi umanitaria
– un Consiglio europeo straordinario sull’immigrazione
– l’impegno dell’agenzia europea Frontex nel pattugliamento delle coste tunisine
Cosa offre l’Unione Europea, per il momento:
– discussione sull’immigrazione durante la sessione plenaria del Parlamento europeo
– stanziamento di 17 milioni di euro per la Tunisia, volto a favorire la transizione del paese, e di altri 258 milioni da qui al 2013
Maroni, dal canto suo, si impegna a inviare in Tunisia “equipaggiamenti” per le forze di polizia locali, e chiede al governo tunisino di intervenire allo scopo di limitare le partenze dei barconi. Con le imbarcazioni provenienti dalla Tunisia, infatti, non si possono operare i discussi e controversi respingimenti. Le autorità italiane, infatti, non hanno il permesso di entrare nelle acque tunisine. Per questa ragione, quando intercettano un’imbarcazione, non possono fare altro che portarla nel porto più vicino, cioè Lampedusa.
foto: MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images