Le decisioni dell’esercito egiziano
I militari sciolgono il parlamento, sospendono la costituzione e annunciano che governeranno il paese fino alle prossime elezioni
Due comunicati stampa oggi hanno definito l’assetto dell’Egitto ora che Mubarak si è dimesso e il paese è entrato in una complessa fase di transizione. La prima dichiarazione è stata quella del primo ministro Ahmed Shafiq: ha annunciato che il governo di emergenza, approvato da Mubarak poco prima di dimettersi, resterà in carica e avrà come obiettivo fondamentale “mantenere la sicurezza e facilitare la vita quotidiana dei cittadini”. Poco dopo è arrivato l’annuncio del Consiglio supremo delle forze armate, ben più incisivo.
L’esercito ha annunciato lo scioglimento del parlamento – una delle richieste dei manifestanti – e la sospensione della costituzione. Ha detto che è lui a governare il paese e che lo farà al massimo per sei mesi, fino alla formazione di un nuovo governo a seguito di nuove elezioni. Inoltre, l’esercito ha annunciato la costituzione di una commissione che elaborerà alcune modifiche costituzionali da sottoporre a referendum.
Secondo Al Jazeera i due comunicati non confliggono tra loro, in quanto è evidente che in queste ore il governo del paese è saldamente nelle mani dell’esercito. I militari, di fatto, svolgono l’incarico che fino a ieri era svolto dalla presidenza, mentre il premier e i ministri rimangono al loro posto e svolgono i loro incarichi. C’è una cosa, però, che non è stata inclusa nel comunicato e i manifestanti chiedono da tempo: l’abolizione delle leggi di emergenza. L’Egitto, infatti, è in stato di emergenza da trent’anni: una condizione che ha permesso l’aggiramento delle regole democratiche e l’allargamento a dismisura dei poteri della presidenza.
foto: John Moore/Getty Images