Mubarak si è dimesso
Dopo diciotto giorni di proteste, il presidente Mubarak lascia l'incarico al Consiglio Supremo Militare
di Elena Favilli
Dopo diciotto giorni di proteste ininterrotte, oggi, 11 febbraio 2011, il presidente dell’Egitto Hosni Mubarak ha dato le dimissioni. La notizia è stata annunciata alle cinque di pomeriggio, ora italiana, dal vicepresidente Omar Suleyman. Il potere ora è nelle mani del Consiglio Supremo Militare. Mubarak era al potere da trent’anni.
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21.13 Parla Obama:
«Ci sono pochi momenti della vita in cui abbiamo il privilegio di assistere alla Storia, questo è uno di quei momenti. Il popolo ha parlato e da oggi l’Egitto non sarà più lo stesso. Mubarak ha risposto al desiderio di cambiamento del popolo egiziano. Ma questa non è la fine della transizione dell’Egitto, è soltanto l’inizio. Sono sicuro che ci saranno ancora giorni difficili e che molte domande resteranno ancora senza risposta, ma sono sicuro che l’Egitto troverà le risposte nello spirito di unità che ha caratterizzato le ultime settimane. Perché l’Egitto ha reso chiaro che nient’altro che democrazia ci sarà in futuro.
L’esercito ha risposto patriotticamente e responsabilmente e ora dovrà assicurare una transizione credibile agli occhi del popolo egiziano. Dovrà proteggere i diritti dei suoi cittadini, rimuovere lo stato di emergenza, rivedere la costituzione e intraprendere un cammino chiaro per elezioni libere e democratiche. Tutte le voci egiziane dovranno partecipare al processo. Gli Stati Uniti continueranno a essere amici e parnter, pronti a fornire tutta l’assistenza necessaria e a sostenere una transizione credibile verso la democrazia.
La fiducia dei giovani creerà nuove opportunità e permetterà allo straordinario potenziale di questa generazione di prendere il volo. L’Egitto potrà assumersi un ruolo importante in tutto il mondo. Nelle ultime settimane gli egiziani hanno lottato per i loro diritti universali. Abbiamo visto madri e padri portare i loro figli sulle spalle per mostrare loro che cosa vuol dire la libertà. Abbiamo visto giovani egiziani dire, “Per la prima volta nella mia vita, io conto, la mia voce è ascoltata, così funziona la democrazia”. Abbiamo visto manifestanti cantare “pace, pace”, militari che non hanno sparato contro i manifestanti, dottori che curavano feriti per strada, volontari, persone di fedi diverse pregare insieme e cantare, musulmani e cristiani, “Siamo una cosa sola”. Questo ci ricorda che non saremo definiti dalle differenze ma dall’umanità che condividiamo.
Una nuova genrazione è emersa e ha usato la sua creatività, talento e tecnologia per rivendicare il diritto a un governo che rappresenti le sue speranze e non le sue paure. Gli egiziani in questi giorni hanno scoperto che valgono qualcosa e questo non glielo potrà più togliere nessuno. Questo è il potere della dignità umana e non potrà mai essere negato. L’Egitto ci ha ispirato, con la forza morale e non con la violenza. La forza morale ha piegato ancora una volta la storia verso la giustizia. Non possiamo fare a meno di sentire l’eco della storia: l’eco della caduta del muro di Berlino, delle proteste pacifiche di Ghandi. Come disse Martin Luther King: “C’è qualcosa nella nostra anima che chiede a gran voce libertà”. Queste sono le voci che abbiamo sentito alzarsi da piazza Tahrir, e il mondo ne ha preso nota. La parola Tahrir significa liberazione. È una parola che parla alle nostre anime che chiedono libertà e ci ricorderà per sempre del popolo egiziano: di quello che ha fatto, di quello per cui ha combattuto e di come ha cambiato il suo paese, quindi il mondo».
21.02 Al Arabiya ha raccolto i video più significativi degli ultimi giorni.
20.41 I festeggiamenti di piazza Tahrir visti dall’alto.
20.30 Nuova dichiarazione di Hamas, attraverso il suo portavoce Sami Abu Zuhri: «Ci congratuliamo con il popolo egiziano per questa vittoria e la consideriamo una vittoria della volontà, della tenacia e dei sacrifici di tutti gli egiziani. Ci appelliamo immediatamente alla nuova leadership del paese affinché metta fine all’assedio di Gaza».
19.45 La Casa Bianca ha annunciato che Obama parlerà alle tre di pomeriggio, ora locale, le nove di sera in Italia.
19.36 Parla Essam El Erian, uno dei dirigenti dei Fratelli Musulmani: «Oggi è un giorno importante per tutti gil esseri umani in tutto il mondo, non solo per gli egiziani. Gli egiziani stanno per scrivere una nuova storia per la loro nazione. Salutiamo l’esercito che ha difeso i manifestanti. Dobbiamo incamminarci tutti insieme verso la democrazia: uomini e donne, musulmani e non musulmani».
19.26 Nuovo annuncio del Consiglio Supremo Militare: «In questo momento storico per l’Egitto e dopo le dimissioni del presidente Mubarak abbiamo avuto l’incarico di guidare il paese. Siamo tutti consapevoli della gravità di questo compito. Dobbiamo implementare il cambiamento radicale in tutto il paese. Dobbiamo avere supporto e assistenza da Dio per migliorare la nostra grande nazione. Definiremo le misure e le azioni che seguiranno. Salutiamo il presidente Hosni Mubarak per tutto quello che ha fatto in tempo di guerra e di pace. Salutiamo quelli che sono morti e hanno sacrificato la loro vita per la sicurezza e libertà del loro paese. Dio vi assista».
19.21 Il vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden parla con Al Jazeera: «È un momento storico molto importante, non solo per l’Egitto e per il Medio Oriente ma per tutto il mondo. Dobbiamo aiutare lo sviluppo democratico delle istituzioni in Egitto».
19.12 Centinaia di persone e macchine festeggiano la fine del regime di Mubarak anche a Gaza.
19.06 Parla il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon: «L’Onu è pronta a sostenere l’Egitto, mi appello a tutto il popolo affinché continui a portare avanti una transizione democratica».
18.42 Continuano ininterrottamente i festeggiamenti in tutto il paese. Le immagini trasmesse da Al Jazeera mostrano centinaia di migliaia di persone che si abbracciano, sventolano bandiere egiziane, pregano, piangono e cantano per le strade delle città. «Se n’ è andato, se n’è andato» dicono.
18.39 La Svizzera ha congelato i beni dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak.
18. 36 Il leader del partito d’opposizione El Ghad, Ayman Nour, intervistato da Al Jazeera : «Il cuore dell’Egitto sta battendo. Non ho mai visto qualcosa di simile in tutta la mia vita. È presto per parlare di una mia possibile candidatura alle prossime elezioni, ma se arriverà il momento sarò pronto a farlo».
18.28 Hamas, attraverso uno dei suoi leader Mahmoud Zahar, ha detto di sperare che d’ora in poi le relazioni tra l’Egitto e tutti i palestinesi possano migliorare: «Siamo un’unica famiglia», ha detto intervistato dal Guardian.
18.26 Il Guardian scrive che il Consiglio Supremo Militare potrebbe tenere un nuovo discorso a breve.
18.25 El Baradei intervistato da Al Jazeera: «È un sogno che diventa realtà, è il giorno che ho aspettato per trent’anni. Abbiamo di nuovo la nostra vita. Ora dobbiamo ricostruire la cultura e l’intelletto dell’Egitto. Quello che ho proposto in questi giorni è un periodo di transizione di un anno. Un governo di transizione, che dovrebbe includere sia membri dell’esercito che civili, finché non avremo elezioni libere. Farò quello che il popolo mi chiederà di fare, sono pronto ad assumermi incarichi politici».
18.20 Catherin Ahston, Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione europea, dice in un’intervista con Al Jazeera che Bruxelles è pronta a offrire supporto e collaborazione al processo democratico dell’Egitto.
18.17 Il capo della Lega Araba, Amr Moussa, ha accolto positivamente la rivoluzione in Egitto.
18.12 La prima dichiarazione dei Fratelli Musulmani: «Le dimissioni di Mubarak sono un trionfo storico del popolo».
18.11 Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto che le dimissioni di Mubarak rappresentano un «cambiamento storico».
18.03 Il governo del Qatar ha accolto positivamente le dimissioni di Mubarak: «Questo è un passo positivo e importante verso il desiderio del popolo di democrazia, riforme e dignità».
17.38 Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato un discorso a breve.
17.37 Il video in cui il vicepresidente Omar Suleyman annuncia le dimissioni di Mubarak.
17.32 Anche la televisione di stato inizia a trasmettere le immagini dei festeggiamenti a piazza Tahrir.
17.30 Le prime dichiarazioni di El Baradei: «È il più bel giorno della mia vita. Il paese è stato liberato da decenni di repressione. Mi aspetto una bellissima transizione di potere».
17.04 Il vicepresidente Omar Suleyman ha annunciato le dimissioni del presidente Mubarak: «In questo momento così difficile per la nostra nazione, il presidente ha deciso di dimettersi e lasciare l’incarico al Consiglio Supremo Militare».
16.57 L’annuncio delle dimissioni di Hossam Badrawi, ex segretario generale del partito attualmente al governo: «Mi dimetto dall’incarico e dal partito. La formazione di nuovi partiti in un modo nuovo che rifletta quello che sta succedendo in questo momento è la cosa migliore per la società a questo punto».
16.50 Al Jazeera dice che l’esercito ha ormai smesso di bloccare i manifestanti e li lascia avvicinare liberamente all’edificio in cui ha sede la televisione di stato.
16.49 Il portavoce del Consiglio Supremo Militare è arrivato nella sede della tv di stato.
16.35 Al Jazeera dice che Hossam Badrawi, segretario generale del partito al governo, ha annunciato le dimissioni.
16.18 Il Guardian scrive che le persone intorno al palazzo presidenziale al Cairo sarebbero intorno a quattromila.
16.10 Scontri tra manifestanti e polizia a Arish, nel nord del Sinai.
16.00 Il Primo Ministro della Danimarca, Lars Rasmussen, è stato il primo leader europeo a chiedere ufficialmente le dimissioni di Mubarak.
15.56 Due elicotteri decollano dal tetto del palazzo presidenziale al Cairo.
15.54 Al Jazeera dice che le misure di sicurezza a Sharm el Sheik sono state notevolmente aumentate.
15.53 Il palazzo della televisione di stato è totalmente circondato da migliaia di manifestanti che chiedono le dimissioni immediate di Mubarak.
15.33 La televisione di stato annuncia a breve un nuovo discorso dal palazzo presidenziale.
15.25 Al Jazeera scrive che centinaia di migliaia di persone stanno marciando anche verso palazzo Ras el-Tin, un altro palazzo del presidente Mubarak ad Alessandria.
15.24 Associated Press conferma che Mubarak si trova nella sua residenza di Sharm el Sheik.
15.17 I Fratelli Musulmani hanno diffuso un comunicato in cui respingono le proposte di Mubarak e del vicepresidente Sulayman di ieri sera.
15.04 Il cantante ed ex membro dei Fugees Wyclef Jean, che aveva tentato senza riuscirci di candidarsi alle elezioni presidenziali ad Haiti, ha composto una canzone dedicata all’Egitto intitolata Libertà (Una canzone per l’Egitto).
14.46 Le notizie su dove si trovi esattamente Mubarak sono ancora contrastanti. Al Jazeera aveva scritto che il presidente aveva lasciato l’Egitto con la sua famiglia. Reuters ora scrive che Mubarak avrebbe lasciato soltanto il Cairo e si troverebbe a Sharm El Sheik.
14.36 Il video più visto delle proteste degli ultimi giorni, intitolato Sout al Horeya: Il Suono della Libertà.
14.23 Il Guardian scrive che Gheddaffi avrebbe chiamato Mubarak per sostenerlo, dopo il suo discorso di ieri sera.
14.18 Al Jazeera scrive ora che Mubarak sarebbe scappato negli Emirati Arabi.
14.14 Proteste anche a Qin, cinquantamila persone, e a Arish, ventimila persone.
13.52 Una foto della folla per strada a Mansura.
13.49 L’esercito ha bloccato la strada che dà accesso al palazzo presidenziale al Cairo.
13.20 Tutto l’Egitto è in strada a manifestare. Il Guardian fa l’elenco delle città in cui si stanno svolgendo le maggiori proteste: Cairo, Alexandria, Mansura, Damnhur, Tanta, Mahalla, Asuit, Sohag, Bani sawfi, Suez, Port Said, Damietta.
13.17 Al Arabyia dice che Mubarak e la sua famiglia avrebbero lasciato Il Cairo.
13.05 Il sito del partito di Mubarak è stato messo fuori uso. Nella home page ora compare soltanto il messaggio: «Chiuso fino alla caduta del regime di Mubarak».
13.03 Il Guardian ha fatto una mappa interattiva delle proteste al Cairo.
13.00 Migliaia di manifestanti si stanno dirigendo verso uno dei palazzi di Mubarak ad Alessandria, scrive Al Jazeera.
12.29 La folla al Cairo e ad Alessandria, nelle immagini trasmesse in questi minuti da Al Jazeera.
12.24 Migliaia di persone stanno manifestando anche davanti al palazzo presidenziale e alla sede della tv di stato. La corrispondente di Al Jazeera dice che ci sarebbero tensioni tra manifestanti e forze armate.
12.22 La folla ad Alessandria, in una foto pubblicata da Al Jazeera.
12.05 La folla continua a cantare «Vattene! Vattene!» e «Il popolo vuole la fine del regime!». Decine di migliaia di persone continuano ad aggiungersi ai manifestanti a piazza Tahrir ogni ora.
11.45 L’Imam del Cairo, durante la preghiera del venerdì, ha invitato i manifestanti a resistere e continuare a rivendicare i propri diritti.
11.41 Al Jazeera pubblica una fotografia che dà l’idea della quantità di persone che si sono già radunate a piazza Tahrir.
11.27 Al Jazeera scrive che il vicepresidente Suleyman ha chiesto al Primo Ministro, Ahmed Shafiq, di nominare un vicepremier scegliendo tra un gruppo di “saggi” che hanno partecipato ai colloqui con il governo negli ultimi giorni. Il vicepremier avrebbe il compito di avviare «un dialogo nazionale».
11.10 Alcune migliaia di persone hanno iniziato a manifestare anche per le strade di Alessandria. Il corrispondente di Al Jazeera dice che il numero salirà notevolmente dopo le preghiere di mezzogiorno.
10.54 Il Consiglio Supremo Militare ha annunciato che ci saranno «elezioni libere e democratiche» ma non ha ancora comunicato una data precisa. Ha anche confermato che «lo stato di emergenza sarà rimosso solo quando la transizione politica sarà completata» e invitato le persone a tornare a casa e riprendere il loro lavoro. Non c’è stata quindi nessuna presa di posizione diversa rispetto a quanto era già stato detto ieri sera da Mubarak.
9.35 Associated Press scrive che uno degli ex ministri del governo Mubarak ha detto che il presidente sta cercando «una via d’uscita onorevole».
9.08 Al Arabiya dice che Mubarak ha lasciato il Cairo con un aereo diretto a Sharm El Sheikh.
8.14 Il Consiglio Supremo Militare ha fatto sapere di avere tenuto “una riunione importante” e che ci sarà un annuncio presto.
Aggiornamento 7.15: la tv Al Arabiya ha comunicato che oggi ci potrebbe essere un nuovo annuncio del Consiglio Supremo Militare.
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Alla fine del discorso televisivo di Hosni Mubarak giovedì sera – erano le 22 italiane – in piazza Tahrir e in tutto l’Egitto era visibile la delusione di chi si aspettava un annuncio di dimissioni. E in tutto il mondo era tangibile la sorpresa, a cominciare dagli Stati Uniti. Dal primo pomeriggio si erano succedute dichiarazioni autorevoli che avevano dato per certo che il presidente si sarebbe dimesso in serata: lo avevano detto alcuni membri del governo e del partito di Mubarak, lo avevano lasciato capire i responsabili dell’esercito, lo aveva confermato il capo della CIA Leon Panetta.
Ma Mubarak ha invece annunciato l’intenzione di rimanere in carica fino alle nuove elezioni, consegnando però i poteri presidenziali al vicepresidente Umar Suleyman. Il gesto, politicamente clamoroso, non è bastato ai manifestanti del Cairo che aspettavano un altro annuncio in piazza Tahrir: alcuni cospicui gruppi si sono spostati verso la sede della tv – dove poco dopo Suleyman ha tenuto un altro retorico discorso di assunzione di poteri e buone intenzioni – e verso il palazzo presidenziale: in entrambi i luoghi, guardati dall’esercito, stamattina stanno arrivando altre migliaia di persone.
Nel pomeriggio di ieri un ufficiale dell’esercito aveva annunciato alle persone radunate in piazza Tahrir che “le vostre richieste saranno accettate”: erano seguite ore di eccitazione e dimissioni di Mubarak date per certe e attese festosamente in piazza e in rete. Anche gli Stati Uniti sono stati spiazzati dal discorso di Mubarak, che Barack Obama ha successivamente detto in una comunicazione scritta mancare di un “chiaro e non ambiguo” messaggio di cambiamento. L’ambasciatore egiziano negli Stati Uniti ha detto più tardi alla CNN di considerare Sulayman di fatto presidente e che Mubarak non abbia più nessun potere, ma questa versione è stata messa in dubbio da molti osservatori.
Per oggi è attesa una nuova grande manifestazione al Cairo, e gli avvenimenti di ieri probabilmente contribuiranno ad aumentare la speranza di una nuova spallata al regime che sembra arretrare ogni giorno ma non vuole cadere.