La fine di Guitar Hero
Il videogioco non vende più come una volta e la società che lo produce vuole dedicarsi ad altro
La casa produttrice di videogiochi Activision Blizzard ha annunciato di voler chiudere la propria divisione che si occupa di Guitar Hero, uno dei videogame più popolari degli ultimi anni, quello che devi usare una chitarrina di plastica e far finta di suonare come una rockstar, per intenderci. Questo significa che per il 2011 non ci saranno nuove edizioni del videogioco e potrebbero non essercene più in futuro in assoluto.
Quelli di Activision dicono di volersi concentrare sul mercato online, realizzando nuovi videogiochi che sfruttino la possibilità di rimanere connessi con i propri amici, un settore in espansione che potrebbe consentire alla società di recuperare qualche soldo in più, anche alla luce delle ultime prestazioni deludenti sul mercato. Secondo i responsabili dell’azienda, i videogame musicali hanno fatto ormai il loro tempo, anche se il grande successo di Guitar Hero era stato messo in crisi dalla concorrenza del successivo Rockband, creato dalla stessa società dopo una serie di passaggi di proprietà.
I nuovi piani di Activision prevedono una riorganizzazione drastica, che porterà al licenziamento di circa 500 dipendenti sui 7000 che lavorano nell’area Activision Publishing. Nell’ultimo trimestre la società ha registrato perdite per 233 milioni di dollari, rispetto ai 286 milioni di perdite dell’anno precedente. I ricavi sono passati da 1,43 miliardi di dollari rispetto agli 1,56 miliardi di dollari dell’anno precedente.
La serie di videogiochi Guitar Hero, lanciata nel 2005, ha fatto vendere circa 25 milioni di videogame in tutto il mondo portando a profitti complessivi intorno ai 2 miliardi di dollari. Stando ai dati di Activision, Guitar Hero ha conquistato il terzo posto nella classifica dei marchi di videogiochi più venduti dopo Mario e Madden NFL. Guitar Hero III da solo ha portato nelle casse della società più di un miliardo di dollari. Le vendite nell’ultimo anno sono tuttavia diminuite sensibilmente, tanto da non giustificare la produzione di nuovi titoli.