Severgnini e Scalfarotto discutono di matrimoni e adozioni gay
L'editorialista del Corriere risponde alla mail di un lettore, il vicepresidente del PD si inserisce e risponde all'editorialista del Corriere
Tra le molte cose che fa, Beppe Severgnini è opinionista di Radio Montecarlo e anima un forum sul sito del Corriere della Sera: pubblica interventi dei lettori e ad alcuni risponde pure. Un lettore ha ascoltato un intervento radiofonico di Severgnini e ha scritto sul forum del Corriere di essere “stupito e amareggiato” per via delle sue posizioni sulle adozioni gay.
Gentile Severgnini,
sono un ascoltatore di Radio Montecarlo. Sono stupito e amareggiato dalla sua contrarietà all’adozione di bambini da parte di uomini e donne gay. Trovo il commento gratuito in un contesto che non lo consentiva. Ha ragione: non è solo, come lei la pensa tanta gente. Il suo pensiero limitato, sintetico e chiuso trova appoggio negli integralisti islamici, nei leghisti, nei seguaci della Chiesa. È in buona compagnia, ma non credo ne sia orgoglioso. Mi stupisce ciò che ha detto. Proprio lei, uomo di mondo e di viaggi.
Severgnini gli ha risposto così.
Perché il contesto non lo consentiva, caro ELC? In quello spazio mattutino (ore 8.30, dal lunedi al venerdì) parliamo di tutto, da tempo. Ho premesso che le coppie dello stesso sesso vanno tutelate e riconosciute dalle legge. Ma che ci posso fare? Non sono favorevole all’adozione e, prima ancora, al matrimonio, che è per definizione l’unione di un uomo e di una donna. Non accetta il mio argomento? Provi a seguirmi. Perché, allora, il matrimonio non può essere fra tre persone? O fra quattro? O fra tre uomini, due donne e un avatar? Se la sua risposta fosse «Eh no, bisogna essere in due!», vuol dire che anche per lei esiste una definizione di matrimonio, basata su una categoria: il numero. Per me ce n’è un’altra: la differenza di sesso. Non lo chiede solo la religione cattolica; lo suggeriscono il buon senso, la storia e la natura (che punta, implacabile, alla procreazione e alla conservazione della specie).
Aggiungo: l’adozione da parte di coppie omosessuali mi lascia perplesso; molto perplesso quando ha risvolti pubblici e mondani, come nel caso di Elton John. Un bambino ha bisogno di mamma e papà, figure diverse e complementari. Può accadere che debba crescere solo con una o solo con l’altro. Ma svantaggiarlo da subito mi sembra ingiusto. Solo nel caso di adolescenti, la cui l’adozione si rivelasse difficile, sono pronto a rivedere il mio parere.
Questo fa di me un troglodita politico? Non credo. Forse, in parte, un conservatore. Credo infatti che qualcosa da conservare ci sia, nella tradizione e nella fabbrica sociale degli uomini. Molto altro, invece, si può e si deve cambiare. E in Italia non lo facciamo, porca miseria.
Oggi Ivan Scalfarotto, vice presidente del PD, ha risposto a Severgnini sul sito dei Mille.
La presa di posizione di Beppe Severgnini su matrimoni e adozioni gay sul forum Italians del Corriere della Sera è la dimostrazione lampante che le persone eccezionalmente brillanti non dicono costantemente cose eccezionalmente brillanti. La tesi di Severgnini è sostanzialmente: le cose sono sempre andate così, è giusto che continuino; non sono omofobo, sono solo uno ragionevolmente conservatore.
Se Severgnini avesse scritto sul Corriere soltanto trentacinque anni fa si sarebbe probabilmente pronunciato con il medesimo garbo contro il nuovo diritto di famiglia. Per millenni, infatti, il marito è stato il capofamiglia; il matrimonio era indissolubile; le donne non esercitavano la potestà sui figli che partorivano e commettevano (loro sì, i mariti no) un reato in caso di adulterio; lo stupro (reato contro la morale, non contro la persona) poteva essere sanato col matrimonio e le donne arrivavano alle nozze portandosi dietro la dote, sedute – come famose le civette del dottore – su un comò carico di tovaglie, lenzuola e asciugamani. Sarebbe stata una posizione legittima, maschilista ma legittima. Così come legittimo (ma evidentemente razzista e infatti oggi chiunque, fortunatamente, se ne vergognerebbe) sarebbe stato dirsi contrari al matrimonio tra persone di diversa razza o etnia.